Fine ottobre. I tanti automobilisti che ogni giorno percorrono la tangenziale di Catania, e che da tempo vorrebbero usufruire dello svincolo Bicocca, possono tornare ad alimentare i propri desideri. C’è un’altra data da segnare sul calendario, con l’auspicio che stavolta sia quella buona ma anche con il timore che possa rivelarsi l’ennesimo appuntamento mancato. A gennaio 2020, quando partì il cantiere, si era parlato di un’opera di facile realizzazione. Per la rotatoria, che andrà a sostituire il pericoloso incrocio affrontato per anni da quanti dovevano raggiungere l’aeroporto Vincenzo Bellini, erano stati previsti sei mesi di lavori. La storia dice invece tutt’altro: oltre due anni e mezzo dopo, il cantiere è ancora lì. «Ma siamo ormai a buon punto, a fine ottobre potremmo inaugurare», è quanto trapela da Anas, ente gestore dell’arteria e stazione appaltante.
Quella della rotatoria è una storia ricca di contrattempi, un fatto per nulla inconsueto nel mondo dei lavori pubblici siciliano. Nonostante il pressing dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, che l’anno scorso arrivò anche a concedere un ultimatum rivelatosi poco efficace, le difficoltà a portare avanti il cantiere sono trapelate già poco dopo l’aggiudicazione alla Mit Costruttori, impresa di Adrano che, a causa di pesanti criticità finanziarie, non ha saputo dare seguito all’impegno sottoscritto al momento della firma del contratto. Ciò ha portato, la scorsa estate, alla rescissione del contratto e all’impegno di Anas a trovare un nuovo esecutore. Un proposito che sembrava di facile raggiungimento e che invece ha comportato più tempo del previsto.
In prima battuta la stazione appaltante ha confidato nella possibilità di coinvolgere una delle imprese già aggiudicatarie di uno dei tanti accordi quadro che stipulati in questi anni in Sicilia. Così, però, non è stato e alla fine è stato necessario ricorrere a una nuova gara d’appalto per affidare la parte rimanente dell’opera, quantificata in circa il 30 per cento dell’appalto originario. Ad accaparrarsi il lavoro, in un primo momento, è stata la Mondello Costruzioni di Sant’Angelo di Brolo, nel Messinese: risale, infatti, al 18 gennaio scorso la firma da parte del responsabile territoriale per la Sicilia di Anas, Raffaele Celia, della determina di aggiudicazione. La stessa, però, è stata revocata poco dopo per via della rinuncia della stessa Mondello. A quel punto Anas ha fatto scorrere la graduatoria e l’appalto è andato al duo costituito dal Consorzio Medil ed Etna Eko. Sono loro che adesso dovrebbero portare a compimento i lavori. Il cronoprogramma aggiornato parla di cinque-sei settimane. Se rispettato, potrebbe rappresentare uno dei primi nastri da tagliare per il prossimo governo regionale. Ma i se sono d’obbligo.
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