Sebastiano Iemmolo è accusato dell'omicidio della coniuge Laura Pirri. Passato alle cronache, in un primo momento, come un incidente domestico. Dopo mesi è arrivata la svolta con l'arresto dell'uomo. Alla base, il rifiuto della donna di consegnarli 20 euro
Rosolini, ergastolo per il 36enne che bruciò la moglie Indagini partite dopo racconto del bambino alla nonna
Una condanna all’ergastolo. È questa la decisione del gup del tribunale di Siracusa per il 36enne di Rosolini, Sebastiano Iemmolo che è accusato dell’omicidio della moglie, la 31enne Laura Pirri.
La donna è morta all’ospedale civico di Palermo il 25 marzo del 2017, dopo una lunga agonia dovuta alle gravi ustioni sul suo corpo causate da un incendio appiccato dal marito al culmine di una lite. In un primo momento, l’episodio era stato descritto come un incidente domestico. Le indagini sono poi scattate dopo la testimonianza della madre della vittima che aveva raccontato di essere venuta a conoscenza della brutale aggressione da parte del nipote – il figlio della coppia – che all’epoca dei fatti aveva sette anni.
Sarebbe stato il bambino, presente al momento dell’aggressione, a raccontare alla nonna materna di avere visto il padre dare fuoco alla madre. Nel settembre del 2017 è, infatti, arrivata la svolta con l’arresto dell’uomo accusato di avere gettato del liquido infiammabile sulla donna dopo il rifiuto di lei di consegnarli 20 euro. Iemmolo è poi stato incastrato anche dalle parziali ammissioni, le «mezze frasi» – come le aveva definite il procuratore capo Francesco Paolo Giordano – che sarebbero state intercettate mentre parlava sia con la madre che con il figlio.
Dopo il sequestro dell’immobile dove si è consumato il delitto, l’uomo è andato a vivere a casa della madre e qui sono state captate le conversazioni in cui tenta di costruire una nuova versione dei fatti sulla morte della compagna. «Sono bambini, è inutile che gli ricordiamo… gli esce la verità», dice la madre del presunto omicida al figlio. «Lui non è scemo mamma», replica lui. «Sono sempre bambini, non hanno il cervello, cadono nel trabocchetto», replica lei, manifestando la paura che il piccolo potesse raccontare quanto aveva visto.