Alla fine Rosanna Natoli è stata sospesa dal Consiglio superiore della magistratura. Con 22 voti a favore della sospensione, sei voti contrari e due schede bianche, il plenum del Csm ha votato per la sospensione della consigliera laica Rosanna Natoli, originaria di Paternò, in provincia di Catania. «Pertanto – ha detto il vicepresidente dell’organo, Fabio Pinelli […]
Foto dal profilo Facebook Rosanna Natoli
La paternese Rosanna Natoli è stata sospesa dal Consiglio superiore della magistratura
Alla fine Rosanna Natoli è stata sospesa dal Consiglio superiore della magistratura. Con 22 voti a favore della sospensione, sei voti contrari e due schede bianche, il plenum del Csm ha votato per la sospensione della consigliera laica Rosanna Natoli, originaria di Paternò, in provincia di Catania. «Pertanto – ha detto il vicepresidente dell’organo, Fabio Pinelli – il plenum dichiara la sospensione della consigliera Natoli». Stamattina nel corso del suo intervento Natoli aveva detto di non avere intenzione di dimettersi, di non accettare «processi sommari» e di avere «la coscienza a posto». L’ormai ex consigliera del Csm aveva aggiunto che «nessun atto di indagine è stato compiuto dalla procura di Roma e non può una perizia di parte, per di più non giurata, e depositata da una parte che ha numerosi procedimenti penali e disciplinari» avere valore di prova, in quanto «è un atto che non ha alcun valore probatorio». Natoli è indagata per rivelazione di segreti d’ufficio e per abuso d’ufficio.
Stamattina Natoli aveva proseguito nel suo intervento dicendo che la sua «sospensione avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm». Poi una nota, se vogliamo, di colore: «Se il plenum voterà per la mia sospensione, tornerò a fare la nonna: ho un nipote e me ne sta arrivando un altro a dicembre». La procura di Roma aveva aperto un fascicolo su Natoli – eletta nel Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli d’Italia – perché lei avrebbe incontrato la magistrata Maria Fascetto Rivillo, che quando era in servizio a Catania è stata condannata in primo grado dal tribunale di Messina a tre anni e sei mesi per aver preteso la cancellazione di una cartella esattoriale da parte dell’agenzia siciliana delle riscossioni. Il tema dell’incontro tra le due sarebbe stato il procedimento disciplinare in corso a carico di Fascetto Rivillo. L’incontro, però, era stato registrato all’insaputa di Natoli e consegnato in una chiavetta alla Commissione disciplinare, assieme alla sua trascrizione.