Parla il proprietario della libreria che il 18 giugno scorso ha subito lincendio del tendone esterno. Allinizio dice a Step1 Antonio Romeo - ho pensato a un avvertimento di Cosa Nostra, ma ora ritengo sia stata opera di baby teppisti ubriachi
Rogo Tertulia: “Sospetto un atto vandalico
“La mattina del 18 giugno, quando l’addetto alla pulizia ha aperto la libreria e mi ha avvisato dell’accaduto, ho pensato che fosse un avvertimento d’estorsione”. Così Antonio Romeo, proprietario della libreria Tertulia di piazza Teatro Massimo, a Catania. Un incendio che ha coinvolto un tendone dell’attività commerciale all’esterno della libreria. Romeo ha subito pensato al peggio, al ripetersi di un evento già vissuto nel 2006. “Ho subito un’estorsione in un’altra attività e ho denunciato subito l’accaduto, contribuendo all’arresto in flagranza dell’estorsore”. E continua: “Ho pensato che fosse un segnale, anche se per la libreria non ho mai ricevuto né visite, né telefonate, né avvertimenti di natura criminale. Per la verità l’unica stranezza è la sorte subita dall’adesivo di Addiopizzo sulla vetrina: in un anno è stato strappato quattro volte”.
Il proprietario della libreria ha infatti aderito, a seguito dell’estorsione avvenuta cinque anni fa, alla campagna sul consumo critico indetta dall’associazione con cui ha portato la sua testimonianza nelle scuole catanesi. “Portare la mia testimonianza nelle scuole mi è piaciuto. Ciò che non mi piace è l’antimafia spettacolare”, precisa Romeo.
Passato lo spavento iniziale, Romeo crede che – date le circostanze – quello del 18 giugno sia stato “semplicemente” un atto vandalico, non di un avvertimento della criminalità organizzata. Paradossalmente questa evenienza impensierisce di più il proprietario di Tertulia: “Un tentativo di estorsione, per quel che mi riguarda, è facile da gestire. Denuncio, non pago, e quindi non mi piego. Ma il problema del far west in centro storico è difficile da debellare. Soprattutto i bar della zona vendono alcolici a poco prezzo ai ragazzini. Situazione che non si risolve militarizzando il centro storico, come ha pensato di fare il sindaco”.
Intanto le indagini del nucleo mobile antiestorsioni della polizia di Catania, scattate a seguito di una denuncia fatta il giorno stesso dell’accaduto dal proprietario della libreria, sono ancora in corso.
“Sono fiducioso – dice Romeo – “Vivo la vicenda con rabbia nei confronti dell’amministrazione comunale perché se questa zona è degradata, la responsabilità è sua. Aspetto con ansia segnali concreti che possano far ridiventare il centro storico una risorsa economica, aggregativa e culturale. Com’è stato in passato”.