Rissa al Goa, a Palermo si può morire per un cappello «Aldo era un ragazzo educato. Il suo hobby? Studiare»

Un cappello di carnevale scippato dalla testa. Anche questo a Palermo diventa un motivo per cui si può morire picchiati a sangue. È quello che è successo al giovane neo-dottore morto ieri sera al Goa, la discoteca vicino lo Zen di Palermo. Il suo nome è Aldo Naro25 anni, originario di Caltanissetta. Ieri il giovane stava ballando all’interno del privée della discoteca, insieme alla fidanzata e agli amici. Una serata tranquilla, fino al momento dello scontro con un altro ragazzo che gli è costato la vita. «Non credo che volesse ucciderlo. Era una serata per studenti, un ambiente selezionato, ma purtroppo è successo», spiega Marcello Barbaro, tra i titolari del locale. Intanto i Carabinieri hanno sequestrato i cellulari di gran parte dei presenti: dagli organizzatori ai buttafuori, compresi i ragazzi che erano ai tavoli del privée. E ascoltato una ventina di testimonianze, tra amici e persone informate sui fatti. La procura di Palermo ha aperto un’indagine, affidata al sostituto procuratore Carlo Marzella, in cui figurerebbero già i primi indagati.

In queste ore gli investigatori stanno anche osservando i video delle telecamere interne della discoteca per capire meglio la dinamica dell’accaduto e identificare l’aggressore. Ma dalle prime versioni dei testimoni presenti ieri sera al Goa, i fatti si sarebbero svolti in poco tempo. A un certo punto della serata un ragazzo si avvicina a Naro per togliergli il cappello di carnevale che indossava. Prima partono gli spintoni, poi la rissa. Il ragazzo cade e viene colpito alla testa da un calcio. Quando arriva l’ambulanza del 118, sono i barellieri – e non i buttafuori, come ricostruito in un primo momento – a trasportare il giovane fuori dal locale e da lì all’ospedale Villa Sofia. Dove dopo poco tempo Aldo Naro è morto. 

«Non si può parlare di rissa, perché lo scontro è stato solo tra i due ragazzi», precisa Barbaro. Che aggiunge: «Siamo stati noi a chiamare i soccorsi ma, a quanto mi risulta, sarebbero arrivati in ritardo, forse perché pensavano che si trattasse di un ragazzo ubriaco». Ma gli amici di Aldo Naro raccontano un’altra storia: «Questo gruppo è arrivato verso la fine della serata. Si è visto subito che cercavano problemi. Quella del cappello è stata una provocazione – raccontano – Dopo di che è successo di tutto, erano in dieci contro uno. Anche i buttafuori si sono messi in mezzo per farli allontanare». Ed è proprio sulla questione sicurezza che si concentrano i dubbi dei ragazzi: «Secondo noi questi non facevano nemmeno parte del privée. Come hanno fatto a entrare?», si chiedono. «Noi poi abbiamo cercato di rianimare Aldo, gli abbiamo buttato anche dell’acqua in faccia, ma lui non si svegliava», concludono.

Parenti e amici sono sconvolti dall’accaduto. Il giovane neo-dottore, stando alle testimonianze di chi lo conosceva, era un bravo ragazzo. Figlio di un ufficiale dei Carabinieri e di un’insegnante in pensione, «il suo hobby era studiare», riferiscono in lacrime i colleghi universitari. Naro si era appena laureato in Medicina e chirurgia con il massimo dei voti. «Una persona perbene, educata», continuano. Da circa due anni era fidanzato con una coetanea, Simona. Nei weekend, a volte non tornava a Caltanissetta e rimaneva a Palermo per divertirsi con la sua comitiva di amici. Ma ieri quel party di carnevale al Goa gli è costato la vita.


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Sarebbe cominciata per un motivo futile la lite che ha portato alla morte di Aldo Naro, 25 anni, all'interno della discoteca vicino lo Zen. Chi lo conosceva, lo descrive come il classico bravo ragazzo. «Era una serata per studenti, un ambiente selezionato», spiega Marcello Barbaro, tra i titolari del locale. Gli amici presenti raccontano: «Erano in dieci contro uno»

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