Risorse idriche, 40 milioni per tre opere nel palermitano Prestigiacomo: «Consolidare dighe per evitare emergenza»

«Gli invasi sono ormai prossimi alla metà della loro capacità. Se non dovesse esserci un autunno piovoso, c’è il rischio che possa ripresentarsi una nuova fase critica». A riaccendere i riflettori su una possibile emergenza idrica nel Palermitano è Maria Prestigiacomo, assessore comunale alla Rigenerazione urbana con delega all’Amap e Amg Energia. In realtà, stando agli ultimi rilevamenti del 14 agosto, i quattro invasi gestiti dall’azienda palermitana hanno riserve in buona parte oltre il 50 per cento della loro capienza. In quello di Piana degli Albanesi, ad esempio, sono stoccati 16.880.000 metri cubi, il 51,46 per cento della portata complessiva; l’invaso Poma dispone, invece, di 48.735.000 metri cubi, 67,22 per cento; lo Scanzano 6.099.000 metri cubi, il 33,88 per cento; il Rosamarina, infine, 58.182.000 metri cubi, il 58,18 per cento.

Cifre tali da non destare al momento preoccupazione ma che in prospettiva, ad esempio con un autunno particolarmente avaro di piogge, potrebbero far rivivere l’incubo vissuto nell’inverno di due anni fa, quando le risorse erano ormai ridotte al lumicino. Una eventualità che secondo l’ex presidente Amap si potrebbe scongiurare per sempre potenziando i bacini già esistenti, soprattutto Scanzano e Rosamarina. Quest’ultimo, in particolare, per motivi di sicurezza, da tempo non può raggiungere la massima capienza. E così, dall’inizio dell’anno, sono già stati versati oltre 50 milioni di metri cubi d’acqua. Intanto a gennaio, la Regione ha dato disposizione al dipartimento regionale Acqua e rifiuti di indire le gare per gli studi tecnici e i progetti esecutivi delle infrastrutture relativi agli invasi sperimentali e non collaudati e a quelli che hanno una capacità limitata: tra questi Rosamarina (709 mila euro) e Poma (335 mila euro), ma i lavori non sono ancora partiti.

Nel frattempo, proprio oggi, sono stati sbloccati 40 milioni di euro per finanziare l’ammodernamento di tre importanti opere irrigue in provincia di Palermo, ottenute dal governo Musumeci nel corso dell’ultima seduta del Cipe. Si tratta di una rimodulazione di somme non utilizzate che avrebbero dovuto sostenere il progetto Derivazione dal Fiume Belice destro e affluenti nel serbatoio di Garcia. In particolare, le risorse deliberate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, sono destinate alle seguenti attività: utilizzazione integrale delle acque invasate nel serbatoio di Garcia sul fiume Belice sinistro; opere di distribuzione irrigua zona III e IV B (10 milioni di euro), zona IV A (13 milioni di euro); interventi di ammodernamento delle reti di distribuzione principale a servizio del comprensorio Jato con sostituzione delle condotte in cemento amianto e realizzazione del sistema di misura e controllo erogazione (17,2 milioni di euro).

«Secondo me non c’è molto da esultare – sottolinea però Prestigiacomo – sono tutte opere utilissime per gli agricoltori, ma non vedo nulla per i cittadini. Mentre ci sono due problemi ben più gravi che interessano i due bacini Scanzano e Rosamarina. Per queste due opere, siamo ancora in una fase di progettazione e i tempi, quindi, sono ancora lunghissimi». Per l’ex numero uno di Amap, un’altra opera che dovrebbe partire a breve è il bypass di Scillato, e ancora la sottorete di Villagrazia che dovrebbe essere finanziata così come quella di Boccadifalco. «Palermo e provincia sono ancora ad altissimo rischio di siccità, e indubbiamente il problema resta – prosegue – occorre accelerare su queste opere e sui collegamenti tra le dighe, come avevo chiesto quando ero ancora alla guida di Amap. Perché se c’è un guasto non si getterà più l’acqua a mare – conclude – questa è una questione di civiltà in una terra come la nostra che vive un’emergenza ormai pluridecennale, come ha ricordato lo stesso governatore».


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