Fa della pulizia nel Comune della fascia ionica uno dei temi di punta delle sua campagna elettorale in vista delle prossime amministrative. Eppure i volantini del candidato sindaco Enzo Caragliano sono stati fotografati sul muro della scuola Colajanni. Non solo in un luogo non autorizzato, ma soprattutto a coprire parzialmente i murales antimafia disegnati dai ragazzi di 40 scuole etnee cinque anni fa. «Appena mi hanno avvertito, li ho subito fatti staccare», si difende l'ex assessore. Guarda le foto
Riposto, manifesti sul muro della legalità Il candidato Caragliano: «Subito rimossi»
Uno tra i principali problemi di Riposto, Comune della fascia jonica del Catanese, è la pulizia. Lo ripete più volte nelle interviste rilasciate in queste settimane di campagna elettorale Enzo Caragliano, candidato a sindaco alle prossime consultazioni amministrative. Tanto da essere appoggiato dagli ecologisti del Fronte verde indipendente siciliano. Eppure i suoi manifesti elettorali – immortalati da un cittadino – fino a stamattina campeggiavano abusivamente sul muro dell’istituto tecnico per geometri Napoleone Colajanni di Riposto. E hanno fatto il giro delle pagine online dedicate al paese e di alcuni gruppi politici locali. Una parete, quella della scuola Coalajanni, diversa dalle altre perché ricoperta di murales antimafia disegnati nel 2008 dai ragazzi di 40 scuola etnee e ribattezzato per l’occasione il muro della legalità. «I manifesti sono già stati rimossi – rassicura il candidato – Appena me l’hanno segnalato, ho chiamato la ditta che è subito venuta da Messina per staccarli». A difenderlo sono anche i promotori dello stesso murale, che assicurano: «Si è trattato di un errore della ditta, non vogliamo che la vicenda venga strumentalizzata».
I manifesti presenti fino a qualche ora fa invitavano i cittadini ripostesi a sottoscrivere le tre liste civiche a sostegno della candidatura di Enzo Caragliano, ex assessore alla Solidarietà Sociale e Protezione Civile dal 2008 al 2010 nella giunta dell’uscente – e ricandidatosi – primo cittadino di Riposto Carmelo Spitaleri. Nei grandi volantini sul muro che circonda la scuola si invitavano anche gli elettori a un comizio che il candidato terrà domani in paese. «Ma quello non si può considerare un muro come gli altri – commenta Alessandra L., una delle studentesse che cinque anni fa ha partecipato alla realizzazione del murale – E’ paradossale che proprio chi dovrebbe amministrare la città non se ne renda conto o non se ne curi».
«Purtroppo un candidato non può controllare tutto quello che succede nel territorio – risponde Caragliano – Io ho fatto affiggere circa 25 manifesti in centro e una decina in periferia e tutti riportano il timbro dell’apposito ufficio comunale, perché io ho sempre pagato tutti gli spazi». «Sono stato io stesso ad avvisare il candidato sindaco che non ne sapeva nulla», racconta Gianfranco Pappalardo Fiumara, docente universitario al conservatorio di Palermo, consigliere comunale al tempo della realizzazione del murale e oggi candidato proprio con Caragliano. Pappalardo Fiumara conosce da vicino il muro della legalità in quanto figlio del preside della scuola Colajanni Alfredo Pappalardo e della professoressa dello stesso istituto Maria Pia Fiumara che ha curato il progetto. «Tra l’altro, Caragliano era assessore quando sono stati realizzati i murales che lui stesso ha voluto fortemente – aggiunge il candidato al consiglio comunale – Chi ha segnalato questa vicenda farebbe meglio a partecipare di più alle manifestazioni per la legalità. Spesso queste persone che si indignano e segnalano poi non le vediamo mai presenti».
Il murale parzialmente coperto dai volantini elettorali è stato realizzato nel 2008 dai ragazzi di 40 scuole del Catanese che hanno aderito all’iniziativa di promozione dell’ora di antimafia nelle scuole. Un’opera dalla realizzazione turbolenta: la mattina in cui i lavori dovevano iniziare, gli studenti hanno trovato i muri da utilizzare come sfondo imbrattati di benzina e inutilizzabili. L’atto vandalico si sarebbe consumato la notte precedente con un tempismo che poco ha fatto credere a una casualità. Con un giorno di ritardo rispetto al previsto l’iniziativa si è comunque svolta, trasferendo sui muri della scuola Colajanni i disegni dei ragazzi: da una mente mafiosa oppressa da un polipo a un picciotto minacciato con delle forbici per «dare un taglio al pizzo».
[Foto di Carmelo Carbone]