Il 27enne giarrese era stato ucciso con 17 coltellate il 31 ottobre 2016 a Riposto, in via Salvemini. L'indagato, accompagnato in carcere in stato di fermo, è stato sentito nel pomeriggio dai carabinieri e dal sostituto procuratore Santo Distefano. Irreperibile il secondo indiziato Salvatore Di Mauro
Riposto: delitto Chiappone, fermato Tuccio Agatino Il suo legale: «Interrogato, si è dichiarato innocente»
Sarebbe a un punto di svolta il caso di Dario Chiappone, 27enne giarrese ucciso con 17 coltellate alla gola e al torace il 31 ottobre 2016 a Riposto, mentre si trovava in via Salvemini a bordo di un suv Suzuki Sx4 in compagnia di una donna. Come anticipato da Live Sicilia, ieri mattina il sostituto procuratore Santo Distefano ha disposto il fermo di indiziato di delitto per Tuccio Agatino. Al termine di una perquisizione effettuata dai carabinieri all’interno del suo appartamento, l’uomo – indagato da circa un mese – è stato accompagnato in carcere, in stato di fermo.
A sbloccare le indagini sarebbe stato l’esito delle analisi comparative, effettuate dal Ris di Messina tra il sangue di Chiappone e le tracce ematiche rinvenute sull’auto del secondo indagato, Salvatore Di Mauro, irreperibile da oltre venti giorni.
Ieri pomeriggio, al comando provinciale dei carabinieri, si è tenuto l’interrogatorio di Agatino, durato oltre due ore. «Si è dichiarato innocente e ha risposto alle domande poste dal magistrato – dichiara a MeridioNews il suo legale Enzo Iofrida -. In questa fase gli inquirenti non sono obbligati a indicare, nel provvedimento di fermo, tutti gli elementi di prova, quindi – aggiunge l’avvocato – non conosciamo del tutto gli elementi d’accusa». L’udienza di convalida del fermo potrebbe tenersi martedì prossimo. Nella vicenda potrebbe esserci un terzo indagato.
Non è ancora chiaro il movente dell’omicidio. La versione fornita dalla donna che era in compagnia di Chiappone era stata quella di un tentativo di rapina finito male. La testimone aveva raccontato agli inquirenti che due persone si erano avvicinate all’auto in cui si trovava con la vittima, chiedendo di consegnare loro denaro e oggetti di valore. Una richiesta alla quale il ragazzo si sarebbe opposto, innescando una reazione da parte dei presunti rapinatori. Ma già dal primo momento gli inquirenti non avevano escluso altre ipotesi, ad esempio quelle del regolamento di conti o del delitto passionale.