Rifiuti, Zafferana etnea diventa un modello per l’intera Regione

Se è vero che a livello regionale la raccolta differenziata dei rifiuti sembra un sogno, è anche vero che ci sono casi che dimostrano come  anche nell’Isola può diventare realtà.  Basta guardare a quei Comuni che pur tra mille difficoltà sono riusciti nell’impresa. A Zafferana etnea,  ad esempio, si registra una riduzione della produzione di rifiuti del 90%. Ed è per questo che il delizioso Comune etneo sarà il modello a cui si ispirerà l’Assessorato Regionale all’Energia nelle sue politiche di promozione della raccolta differenziata.

La decisione è stata formalizzata ieri, nel corso  di una audizione sul tema dei rifiuti andata in scena all’Ars, nella sede della Commissione Territorio e Ambiente, presieduta dal deputato del M5S, Giampiero Trizzino.

Presenti, tra gli altri, l’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, il dirigente Marco Lupo, Danilo Pulvirenti, presidente dell’associazione Rifiuti Zero Sicilia e il sindaco di Zafferana Etnea, Alfio Russo. Il quale, ha illustrato la sua azione sul suo territorio calamitando l’attenzione di tutti: con un piccolo investimento, il Primo Cittadino del comune etneo,  ha predisposto un nuovo sistema per la raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta” , una campagna di sensibilizzazione presso le scuole, un “centro di riuso” dove gli indumenti dismessi vengono “riciclati” e rimessi in circolo e ancora l’esperimento della “Casa dell’acqua”,  che permette tramite un’insolita “raccolta crediti”, di scambiare i rifiuti consegnati, in confezioni di acqua potabile purissima.

Insomma, l’amministrazione comunale, è riuscita a trasformare Zafferana etnea in una vera e propria isola ecologica.  Tanto che l’assessore Marino, insieme con il suo dirigente, ha dichiarato di volere instaurare un rapporto di collaborazione diretta con questo Comune perché possa mettere la propria esperienza a disposizione dell’assessorato, e consentire alla Regione di stilare delle linee guida che possano essere utili a tutte le altre amministrazioni locali.

Interessante anche l’intervento di  Pulvirenti che ha sottolineato le carenze che esistono in seno al “piano per la gestione dei rifiuti” della Regione Siciliana, piano che si basa su dati tecnici del 2009. Innanzitutto, hafatto notare il presidente dell’associazione Rifiuti Zero Sicilia,  manca un elenco aggiornato delle ditte che si occupano di raccolta differenziata dei rifiuti e, mancano le linee guida per la gestione dell’emergenza-rifiuti. Parlando del sistema di vita “iperconsumista” in cui viviamo, Pulvirenti si è mostrato comunque ottimista e, per quanto la situazione sia drammatica, ha detto di intravedere segnali di una nascente sensibilità da parte delle amministrazioni pubbliche.

Non poteva mancare un passaggio sulle discariche. Il Presidente della Commissione Territorio e Ambiente, Trizzino, insieme con i tecnici dell’assessorato, infatti, sta cercando di avere un quadro completo sia su quelle abusive, sia su quelle i cui iter autorizzativi destano sospetti: da quella di Motta Sant’Anastasia a quella di Siculiana.

“E ‘indubbio che esistano delle situazioni di “vantaggio INGIUSTIFICATO creato da dirigenti della Regione Siciliana in favore delle discariche private ed in particolare, quello che è stato finora visto, riguarda Oikos, Tirreno Ambiente e la Catanzaro Costruzioni e già sono state adottati dei provvedimenti come la procedura di secondo livello nei confronti della Catanzaro Costruzioni e la sospensione dei rinnovi per altri che hanno V.I.A. incomplete”.

“In Sicilia – ha dichiarato Trizzino – accade di tutto, accade anche che il piano regionale dei rifiuti venga prima approvato e poi sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), quando la legge prevede esattamente il contrario: prima si procede a VAS e poi si approva. In commissione l’assessore Marino ha affermato ciò che già sapevamo e cioè che il piano nasce già vecchio e necessita di essere aggiornato, ecco perché è emersa l’esigenza di creare una sottocommissione sul tema dei rifiuti, per sedersi ad un tavolo insieme ai soggetti interessati, dalle associazioni ambientaliste, alle imprese, affinché si individuino le modifiche necessarie”.


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