È giovedì sera e il calendario di Palermo Differenzia2 segna il tipo di rifiuti da gettare quel giorno, si tratta dell’umido, l’organico. Sacchetti chiusi, la gente tra le 20 e le 23 riempie i bidoni concessi a ogni condominio, ma quella sera degli uomini della Rap nemmeno l’ombra. Succede, l’hanno già fatto altre volte, ma con l’organico è diverso: i rifiuti, lasciati fuori al sole per un’intera giornata, cominciano a fermentare e a esalare cattivi odori. La sera di venerdì gli operatori Rap arrivano puntuali, ma anche stavolta succede qualcosa di strano: il contenuto dei bidoni della spazzatura marroni, quelli appunto riservati all’umido, viene svuotato all’interno dello stesso camioncino con il contenuto dei bidoni grigi dell’indifferenziata. Un’azione che per i cittadini comuni avrebbe anche potuto costare una sanzione.
«Non mi sono ancora insediato – Spiega a MeridioNews Giuseppe Norata, da poco nominato presidente della Rap – ma ho ritenuto opportuno informarmi su questi eventi. Purtroppo questo capita perché noi non abbiamo il nostro impianto di compostaggio attivo funzionante e siamo costretti ad andare a Marsala in un impianto che, ultimamente, per via delle direttive europee, è diventato più rigoroso nel far entrare l’organico che presenta una frazione di impurità non ammissibile. Mi riferisco in buona sostanza ai sacchetti che lo contengono: spesso e volentieri usiamo ancora sacchetti non compostabili e l’impianto rifiuta i carichi perché non conformi. A quel punto il dirigente è costretto a far portare il rifiuto direttamente in discarica».
I nostri rifiuti organici, insomma, sono differenziati per lo più in maniera sbagliata e, vista l’impossibilità di lavorarli a Bellolampo, è un costo gravoso portarli fuori. «L’organico è una materia difficile da trattare – continua l’amministratore liquidatore di Palermo5 – È materia pregiata per l’impianto di compostaggio, ma deve arrivare fresco, deve essere lavorato al massimo entro le 48 dal conferimento, altrimenti non si attiva in maniera corretta il meccanismo di compostaggio che porta a buon fine la stabilizzazione dei rifiuti. In una situazione del genere, chi è sul campo valuta che è più facilmente gestibile portare l’umido direttamente a Bellolampo senza passare dall’impianto di compostaggio. Sono situazioni che purtroppo possono capitare e che vanno gestite».
Questo perché ancora non si può usufruire in maniera corretta dell’impianto di trattazione meccanica biologica dei rifiuti, l’ormai famigerato Tmb di Bellolampo. «Penso personalmente che prima ancora di andare a potenziare la raccolta differenziata presso le utenze occorre mettere a regime le nostre strutture. Va verificato se serve ancora utilizzare l’impianto di compostaggio di Bellolampo in maniera che ritengo impropria perché c’è la necessità di far entrare rifiuti da territori diversi rispetto alla Città metropolitana e finalmente avere le nostre strutture, le nostre attrezzature, da utilizzare per quello per cui sono nate. Il primo obiettivo serio, quello con scadenza immediata, è fare partire il nostro impianto di compostaggio, dopodiché si può fare e pretendere di fare bene la raccolta differenziata nella città di Palermo».
A quel punto la gestione delle criticità sarebbe totalmente interna alla Rap e questo assicurerebbe maggiore velocità di intervento e maggiori possibilità di soluzione. «Bisogna intanto riportare Bellolampo in ordinario e utilizzare l’impianto esistente, il tmb, per la sua naturale destinazione: quella del compostaggio. Non sono ancora salito in discarica per capire a che punto siamo, ma so per certo che l’impianto di trattamento meccanico biologico nasce con due linee: una per il compostaggio puro e una per la stabilizzazione dell’organico proveniente dall’indifferenziato. Siccome la struttura è stata collaudata non ho motivo di credere che non sia così». Il nuovo presidente della Rap prenderà servizio entro pochi giorni, il tempo di verificare che tutte le dichiarazioni previste dalla legge, dopodiché arriverà il via libera, con il conferimento del mandato da parte del sindaco.
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