La Tech servizi di Floridia ha chiesto al tribunale amministrativo regionale di Catania di sospendere le procedure di scelta di nuove aziende appaltatrici per la spazzatura nel capoluogo etneo. La decisione potrebbe arrivare a gara già conclusa
Rifiuti, sulla gara settennale incombono i ricorsi Il Tar valuterà il bando alla fine di gennaio 2020
L’ordinanza numero 1 del 2020 del Tar di Catania è dedicata ai rifiuti. E se l’inizio è questo per il futuro non c’è da sperare bene, bisogna ammettere. Anche perché il tribunale amministrativo regionale del capoluogo etneo è chiamato a esprimersi sulla materia più delicata che ci sia sul piatto della città: la gara settennale della raccolta dei rifiuti.
Pubblicato il 15 novembre 2019 con scadenza prevista il 15 gennaio 2020, sul complicatissimo bando pende già il ricorso di una ditta dell’igiene urbana. Si tratta della Tech servizi di Floridia, in provincia di Siracusa, che ha chiesto al Tar di sospendere la gara prima che possa concludersi. Vero è che i giudici hanno risposto picche, ma è vero anche che lo hanno fatto perché l’udienza è fissata a brevissimo: il 29 gennaio 2020.
L’impresa siracusana, rappresentata dagli avvocati Antonio Bivona e Giovanni Pappalardo, è una vecchia conoscenza del territorio catanese (vedi alle voci Camporotondo Etneo, Giarre, Riposto, Motta Sant’Anastasia, Fiumefreddo di Sicilia). Ai giudici Tech servizi ha chiesto l’annullamento del bando per l’«affidamento settennale del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania, unitamente a tutti gli atti di gara che ne fanno parte integrante e sostanziale, nessuno escluso».
Per essere ancora più precisa, l’impresa aggiunge gli allegati uno dopo l’altro che includono, a sorpresa, anche la deliberazione del Consiglio comunale di Catania del 9 ottobre 2019. Vale a dire il voto sull’impegno di spesa. Tra i documenti citati c’è anche la tanto contestata Relazione sull’affidamento del servizio, cioè le 49 pagine allegate al Piano di intervento in qualità di «aggiornamento» ma mai discusse dal senato cittadino.
Da quanto si apprende, per Tech servizi il principale elemento alla base del ricorso è la questione economica: troppo poco il guadagno previsto per i privati affinché si possa pensare di presentare la propria offerta. Ma nel documento presentato dagli avvocati al tribunale amministrativo ci sarebbe anche altro: non solo la relazione allegata ma non ricompresa nel piano votato in aula nel 2016 dal vecchio Consiglio comunale di Catania, ma anche la suddivisione in lotti senza che siano esplicitati i rapporti che devono intercorrere tra le eventuali ditte vincitrici.
Sui motivi del ricorso, però, il presidente della corte ha preferito non esprimersi. Spiegando che sarebbero stati trattati nell’udienza pubblica del 29 gennaio 2020. «Pertanto – dice il giudice – non sembrano emergere esigenze cautelari particolarmente impellenti» e tali da giustificare la sospensione della gara.
Il giudizio, però, se anche arrivasse il giorno stesso dell’udienza, sarebbe formulato 14 giorni dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle offerte. E cioè dopo il possibile inizio delle operazioni di aggiudicazione della gara da parte della Srr, la Società per la regolamentazione dei rifiuti dell’area della Città metropolitana etnea. Con la conseguenza che gli atti potrebbero essere annullati a cose parzialmente fatte.
Il responsabile unico del procedimento per conto della Srr, nel frattempo, ha chiesto l’ausilio di un legale che lo coadiuvi nella procedura d’appalto. Mentre lo spettro che aleggia sempre più prepotentemente sulla gara è che, per l’ennesima volta, le aziende disertino e non si presenti nessuno.