L'assessora Daniela Baglieri ha inviato una lettera ai gestori degli impianti e alle Srr, spiegando che bisogna andare avanti con i conferimenti straordinari. All'orizzonte un sistema meritocratico in cui ha la differenziata bassa dovrà sopportare costi maggiori
Rifiuti, Regione chiede ulteriore sforzo alle discariche «Almeno due mesi prima dell’invio fuori dalla Sicilia»
Almeno altri due mesi. Questo il tempo minimo necessario per organizzare una risposta adeguata a fronteggiare quella che l’assessora Daniela Baglieri non esita a definire «emergenza discariche». E se non è semplice stabilire quanto questa nuova scadenza sia attendibile, è certo che i sessanta giorni chiesti a settembre dalla Regione alle discariche pubbliche e private, dopo la saturazione del sito di Lentini della Sicula Trasporti, non basteranno. La conferma è arrivata due giorni fa: con una nota indirizzata a Srr e gestori degli impianti di smaltimento, Baglieri ha fatto presente l’esigenza di proseguire con i conferimenti straordinari a Siculiana, Motta Sant’Anastasia e Gela. Nei primi due casi i destinatari della missiva sono i privati di Catanzaro Costruzioni e Oikos, nel secondo la Srr Caltanissetta Provincia Sud.
«Le Srr Catania Metropolitana, Catania Provincia Nord, Siracusa, congiuntamente, hanno manifestato la necessità di procrastinare l’attuale stato di conferimento dei rifiuti per il tempo strettamente necessario», si legge nella lettera firmata da Baglieri. I tre enti territoriali avevano chiesto tre mesi di tempo per potere completare la fase di individuazione dei siti fuori regione dove inviare l’indifferenziata. Quello della spedizione oltre i confini isolani, infatti, sembra l’unica soluzione a breve termine da potere prendere. L’indirizzo della Regione è quello di portare fuori «la quantità eccedente il 35 per cento di rifiuto non differenziato prodotto». La percentuale non è casuale: già da anni la legge prevede che i Comuni siano capaci di differenziare almeno il 65 per cento dei rifiuti. Un obiettivo che in tanti centri di piccole e medie dimensioni è stato raggiunto, ma che in realtà, nei più grandi – Catania da questo punto di vista è un esempio in negativo, con dati che di poco superano la doppia cifra – resta ancora una chimera.
Per il governo Musumeci, fissare un tetto massimo del 35 per cento per l’indifferenziata da abbancare in Sicilia andrebbe da un lato incontro alla necessità di gestire gli spazi esigui nelle discariche attive, dall’altro uno sprone per i Comuni ad alzare la differenziata. Il motivo è presto detto: la spedizione fuori Sicilia dei rifiuti farà aumentare i costi di conferimento e, di conseguenza, la Tari per i cittadini. Un sistema meritocratico di questo tipo – per cui chi vanta una differenziata sopra il 65 per cento avrà la garanzia che la propria spazzatura sarà depositata nell’isola – determinerà inevitabilmente l’esigenza di individuare modalità chiare e precise per diversificare le tariffe da Comune a Comune. Da Lentini, intanto, già da qualche tempo parte della spazzatura viene inviata fuori; ciò ha consentito a Sicula di aumentare i rifiuti in ingresso, venendo incontro anche alla situazione critica che si è creata per le strade di Catania, ma ha pure fatto alzare le spese di conferimento per tutte le amministrazioni. La situazione dovrebbe essere temporanea, stando almeno ai propositi del governo Musumeci.
Intanto a ricevere la nota dell’assessora regionale ai Rifiuti è stata inviata anche alla Srr Enna Provincia, ma di fatto in queste settimane il contributo della discarica di Cozzo Vuturo è stato nullo per via del mancato accordo tra Sicula Trasporti e la Srr: stando a quanto appreso da MeridioNews, all’origine di tutto ci sarebbe un problema con l’indice respirometrico dinamico del rifiuto in uscita dall’impianto di trattamento meccanico-biologico di Lentini. I valori, che vengono rilevati dopo la fase di biostabilizzazione, sarebbero giudicati dalla Srr troppo elevati per ricevere il rifiuto a Cozzo Vuturo; mentre Sicula, dal canto suo, farebbe notare che l’indice è conforme al trattamento concesso dalla Regione in seguito alla comparsa della pandemia che ha determinato una produzione maggiore di rifiuti indifferenziati.