Rifiuti, primi dati sulla differenziata nel mese di luglio La media sale al 36,3%, ma Catania continua a calare

Una medaglia ha sempre il proprio risvolto. E se per la giunta Musumeci la crescita media della differenziata è un risultato concreto – seppure ancora lontano dagli obiettivi fissati dalla legge -, a pesare in negativo continuano a essere le performance delle grandi città. La conferma arriva dall’ultimo aggiornamento fornito dall’Ufficio speciale per la raccolta differenziata, che ieri sera ha pubblicato i nuovi dati riguardanti il mese di luglio. A caricarli sulla piattaforma messa a disposizione dal dipartimento regionale ai Rifiuti sono gli stessi funzionari dei 390 Comuni siciliani. Per il momento ad avere risposto all’appello sono stati due enti locali su tre, con la differenziata che è salita al 36,3 per cento. Un incremento di oltre cinque punti rispetto a giugno, che rappresenta la crescita più evidente registrata dall’inizio del 2018. A gennaio, infatti, la differenziata si era fermata al 24,6 per cento. 

Ma come detto, se nel complesso la situazione fa ben sperare, a destare preoccupazione restano le grandi realtà urbane, ovvero i luoghi in cui si producono più rifiuti. Qui la differenziata continua ad arrancare, segnando percentuali decisamente basse. Il problema era stato già nei mesi scorsi al centro della polemica a distanza tra Musumeci e i sindaci delle città metropolitane, in merito al diktat – poi rivisto con tanto di concessione di proroga – sul raggiungimento del 30 per cento entro luglio, pena l’obbligo di inviare le eccedenze all’estero e addirittura il rischio, poi cancellato da un pronunciamento del Tar, di decadenza dal ruolo di primo cittadino. 

Con l’autunno alle porte, il quadro generale pare non essere cambiato di molto. Perlomeno a Catania, dove tra giugno e luglio la differenziata è continuata a scendere, passando dal 7,5 al 7 per cento. Il risultato scadente conferma come il debutto per la giunta guidata da Salvo Pogliese non sia stato dei più facili, complice anche le attese per l’espletamento della gara ponte, aggiudicata a metà agosto. Giudizio sospeso, invece, per Palermo e Messina, che per il momento non hanno inviato le percentuali di luglio. Più tempestivi gli altri capoluoghi. Tra essi ad avere registrato la frenata più brusca è stato Trapani, dove la differenziata è crollata – così come in altri centri della provincia, anche a causa del temporaneo stop estivo dei conferimenti dell’umido – al 15,8 per cento. Pari a una flessione di oltre sette punti rispetto a giugno. Segno meno anche ad Agrigento, dove però il dato generale è comunque più che buono: 69,6 per cento (73,4 a giugno). Cresce, così come annunciato dal neosindaco Giuseppe Cassì poco dopo l’insediamento, la raccolta differenziata a Ragusa: 40,6 per cento, e più 13,4 in due mesi. Miglioramenti, infine, pure a Caltanissetta, Enna e Siracusa, che all’ultimo rilevamento toccano le soglie rispettivamente del 38,5, 36,9 e 24,2 per cento.

In attesa che la griglia dei dati venga completata e che la media regionale venga ufficializzata, per il governo Musumeci rimangono gli obiettivi di breve, medio e lungo termine: dalla redazione del piano regionale dei rifiuti, per il quale la Regione nei mesi scorsi ha indetto una procedura per selezionare gli esperti che dovranno lavorarci salvo poi annunciare proprio ieri la revoca dell’avviso, ai risultati delle manifestazioni di interesse sui privati interessati ad allestire impianti per il compostaggio, fino all’indizione delle gare per la realizzazione delle infranstrutture necessarie al trattamento della spazzatura siciliana. Poiché non va dimenticato che, a dispetto dei grafici in crescita, la Sicilia, nel campo dei rifiuti, resta ancora al centro di un’emergenza.

Intanto ieri l’assessore regionale Alberto Pierobon è tornato sulla necessità di creare le condizioni per una «corretta gestione della frazione umida». L’esponente della giunta Musumeci ha ssicurato il massimo impegno del governo regionale affinché gli impianti di compostaggio siano pronti il prima possibile. La questione di recente ha riguardato anche una polemica sorta dalle dichiarazioni di alcuni Comuni in merito all’impianto gestito da Sicilfert a Marsala. A rivolgersi al sito, che è stato costretto a chiudere le porte a diversi centri della provincia, è stato anche il Comune di Palermo, nonostante la presenza nella discarica di Bellolampo di celle adibiti al trattamento della frazione umida. «La linea del compost sarà attivata domani – ha detto Pierobon -. Ciò consentirà alla Rap di non conferire più a Marsala».


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