Rifiuti, Orlando striglia Regione e Confindustria che “da 8 anni è parte del Governo”

TROPPO CARE LE TARIFFE IMPOSTE DALLE DISCARICHE. MENTRE L’ESECUTIVO PERDE TEMPO NELLA COSTRUZIONI DELLE STAZIONI DI TRASFERENZA: LA DENUNCIA DI LEOLUCA ORLANDO

Nel giorno in cui la Commissione regionale Antimafia ascolterà l’imprenditore Giuseppe Catanzaro, numero due dell’associazione degli industriali siciliani sul tema delle discariche siciliane (è titolare di quella di Siculiana), il Sindaco di Palermo cala l’asso.

E attacca, senza giri di parole,  proprio sul tema dei rifiuti, sia la Regione che Confindustria: “La Regione si svegli, su Palermo Differenzia 2 si rischia il danno erariale e Confindustria, che da otto anni fa organicamente parte del governo, solleciti la costruzione delle stazioni di trasferenza- dice Leoluca Orlando che minaccia “il ricorso alla Corte dei Conti se Palazzo d’Orleans non sblocchera’ le procedure per l’avvio del secondo step del porta a porta che riguardera’ 135 mila palermitani, dal centro storico alla costa Sud”.
“La discarica di Bellolampo sara’ aperta all’area metropolitana – aggiunge il primo cittadino di Palermo-. Ieri, ho incontrato i sindaci del Patto di Ventimiglia, a Corleone, per parlare anche di questo. Il problema e’ che conferire nelle discariche private in Sicilia costa 180 euro a tonnellata, se ci si aggiunge il trasporto”. Sindaci che hanno già puntato il dito proprio contro Catanzaro, come vi abbiamo raccontato qui.

“La Regione- incalza Orlando-  dovrebbe costruire le stazioni di trasferenza, entro i 25 chilometri, per far sostare i rifiuti e trasportarli in tranquillita’ e senza costi eccessivi. Confindustria Sicilia? Solleciti il governo di cui fa parte”, ribadisce il primo cittadino.

Secondo l’inquilino di Palazzo delle Aquile, tutte le gare sono state gia’ espletate ma il materiale resta chiuso in magazzino. “Due anni fa abbiamo dato alla Regione i nostri fondi Fas per espletare velocemente le gare, hanno gia’ acquistato tutto ma tutto e’ ancora fermo – aggiunge il sindaco – potremmo rivolgerci alla Corte dei Conti, come il Movimento cinque stelle”.

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