La Regione ha autorizzato 15 Comuni dell'Area metropolitana a portare l'indifferenziato a Enna. Nessuna risposta è stata data ai centri della parte settentrionale della provincia. Intanto emergono indiscrezioni sui siti individuati per i termovalorizzatori
Rifiuti, nuova emergenza con sfondo sugli inceneritori Nel Catanese è polemica tra Srr su corsie preferenziali
«Così inizia il far west». Se camminando per le strade di Catania il processo sembra già bell’e avviato, con marciapiedi ricolmi di spazzatura e condizioni igieniche tutt’altro che accettabili, il timore è che il caos possa spostarsi anche nelle stanze in cui si deve decidere la gestione della nuova emergenza rifiuti. Anzi c’è chi pensa che ciò stia già avvenendo. «Non è accettabile che si facciano figli e figliastri, ci vuole rigore e chiarezza nelle procedure, sennò oltre a non trovare soluzioni si manda l’ennesimo cattivo messaggio ai cittadini», sbotta Ignazio Puglisi, sindaco di Piedimonte Etneo e vicepresidente della Srr Catania Provincia Nord. Lo sfogo arriva a pochi giorni dalla firma di un decreto con cui la Regione autorizza una quindicina di Comuni a conferire i rifiuti indifferenziati nella discarica pubblica di Enna. Nessuno dei beneficiari fa parte della Srr che fa riferimento alla parte settentrionale della provincia. L’avallo, infatti, è arrivato a fronte di una richiesta della Srr Catania Area Metropolitana, quella di cui fa parte il capoluogo. Poco più di 40 tonnellate al giorno che in un anno si avvicinano a quella soglia di 17mila tonnellate posta come tetto massimo dalla Srr Enna Provincia, proprietaria della discarica di Cozzo Vuturo. Il tutto per ovviare alle nuove riduzioni nei conferimenti in ingresso decisi da Sicula Trasporti per quanto l’impianto di trattamento meccanico biologico di proprietà.
Le porte dell’impianto si apriranno per Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Belpasso, Camporotondo Etneo, Milo, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Pedara, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiati, Sant’Alfio, Trecastagni, Valverde e Viagrande. Ovvero quei Comuni che, raggiunto il 65 per cento di differenziata, hanno diritto – per espressa indicazione del governo Musumeci – ad avere un trattamento di favore nel difficile momento che sta vivendo il settore in Sicilia: poter portare l’indifferenziato nelle discariche isolane, poche e verso l’esaurimento, senza farsi carico dei maggiori costi determinati da conferimenti fuori regione. «Il problema è che non si conosce il criterio con cui è stata data la precedenza alla Srr Catania Area Metropolitana», commenta Puglisi. Anche nella Srr Catania Provincia Nord sono diversi i Comuni ad avere superato la soglia del 65 per cento: «Circa la metà e uno si trova al 64», specifica.
La disparità di trattamento, per il sindaco di Piedimonte, si acuisce poi se si prendono in considerazione due fattori: l’avere inoltrato la stessa richiesta a Cozzo Vuturo e il fatto che la Srr a cui è stato concesso spazio è la stessa di cui fa parte il Comune di Catania, il vero tallone d’Achille dell’intero sistema di rifiuti regionale. Con centinaia di tonnellate di indifferenziata prodotte ogni giorno e livelli di differenziata ancora molto modesti. «Da Enna non ci hanno mai risposto – sottolinea Puglisi – Per il resto non è una questione campanilistica né di appartenenze politiche, ma è un dato oggettivo che la gestione fallimentare dei rifiuti a Catania sta mettendo in ginocchio anche i Comuni che in questi anni si sono impegnati». A gestire la discarica di Cozzo Vuturo, per conto della Srr ennese, è Ambiente e Tecnologia, società interamente a capitale pubblico amministrata da Giuseppe Panebianco. Quest’ultimo, come raccontato da questo giornale, è anche amministratore della Catanzaro Costruzioni, l’impresa proprietaria della discarica privata di Siculiana. MeridioNews ha provato a contattare Panebianco, senza però riuscire ad avere una risposta.
Dal canto suo, Puglisi rigetta l’ipotesi per cui la precedenza alla Srr Catania Area Metropolitana possa essere stata data in seguito al tentativo, andato a vuoto, di trovare un’impresa disponibile a portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. «Quella gara aveva profili di illegittimità e non lo dico io, ma lo stesso Urega – rivela – A noi un funzionario ha fatto presente che non avrebbe varato il bando senza la certezza di copertura finanziaria da parte dei singoli Comuni che avrebbero dovuto pagare il servizio e senza conoscere gli esatti quantitativi di spazzatura da conferire. A loro (la Srr Catania Area Metropolitana, ndr) è stato invece dato via libera alla gara, poi andata deserta».
Mentre a Enna lo spazio per i comuni catanesi è stato ricavato anche grazie al dirottamento su Gela di parte dei conferimenti provenienti da Licata, a livello regionale in questi giorni l’attenzione è rivolta anche all’iter – fortemente voluto da Nello Musumeci e che ha già suscitato aspre critiche da parte degli ambientalisti – che dovrebbe portare all’indizione della gara d’appalto per la realizzazione di due termovalorizzatori. Dopo la manifestazione d’interesse dello scorso anno, il nucleo di valutazione nominato dal governo regionale ha individuato i due progetti che dovrebbero andare a gara con la formula del project financing. Anche se manca l’ufficialità, le scelte sarebbero ricadute sulle proposte di Asja Ambiente e A2A, che hanno localizzato gli impianti rispettivamente a Gela – in un’area di proprietà di Eniricadente nella zona industriale – e Pantano d’Arci, nel Catanese.