«Chi vuole stare dalla parte della malavita e alimentare le discariche, è libero di farlo. Vorrei guardarli in faccia quelli che dicono di no». Sono i termovalorizzatori la soluzione all’annoso problema dei rifiuti in Sicilia, questo almeno secondo il governo regionale, con il presidente Nello Musumeci che annuncia la costruzione di due impianti, uno per la Sicilia occidentale e uno per quella orientale e si prepara alle critiche passando direttamente all’attacco senza mezzi termini, parlando di «contiguità con ambienti mafiosi e spregiudicati», oltre che di «Schiavitù della regione» rispetto al sistema delle discariche.
Non si può parlare di novità o di svolta, visto che comunque già nello scorso piano rifiuti del governo regionale quella dei termovalorizzatori era una possibilità prevista, ma adesso pare che le gare per l’assegnazione degli appalti siano imminenti, con sette società che hanno risposto all’avviso. «Per il termovalorizzatore previsto nella Sicilia occidentale sono in corsa tre società – dice Musumeci – per quello nella Sicilia orientale quattro. Il costo per ogni singolo impianto va da 263 a 570 milioni di euro, a seconda delle caratteristiche. Quasi tutte le proposte, al vaglio del Nucleo di valutazione della Regione, che dovrebbe completare l’analisi in quindici giorni circa, prevedono una capacità di conferimento tra 400 e 450 mila mila tonnellate all’anno. Si tratta di tecnologia a combustione e incenerimento a griglia, qualcuna delle proposte include un movimento alternato e raffreddato ad acqua».
Termovalorizzatori che Musumeci potrebbe non vedere mai in funzione da presidente, visto che, com affermato dallo stesso governatore, «i tempi di realizzazione vanno da sei a 48 mesi». Non si sa ancora il sito scelto per ospitare le strutture, ognuno dei progetti presentati individua una sua area in cui realizzare l’impianto, «essendoci valutazioni in corso evitiamo i particolari – continua Musumeci – Io non ho mai incontrato il nucleo di valutazione, che concluderà le valutazioni tra una quindicina di giorni, poi si procederà alla definizione del bando pubblico: l’iter si dovrebbe concludere nel giro di sei mesi, quindi la posa della prima pietra e la costruzione dei due impianti dovrebbe avvenire al massimo entro tre anni». A supportare la visione di Musumeci anche l’assessora all’Energia Daniela Baglieri, che ha parlato di discussione in corso con le Srr e il direttore generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Calogero Foti, che ha spiegato come «in Sicilia quasi tutte le discariche sono sature. L’alternativa a questa situazione – dice – non può che essere il recupero di energia utile anche per i cittadini».
Intanto a Palermo il tema è in discussione da giorni, dopo la voce giornalistica che imputava alla Rap la disponibilità a costruire un termovalorizzatore, subito smentita da azienda e giunta comunale, che ancora una volta ha ribadito la propria posizione assolutamente contraria in merito e con Giusto Catania, assessore alla Mobilità e ai rapporti con Rap, che annuncia «barricate» pur di impedire che il governo regionale la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione sul territorio palermitano.
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