Rifiuti, Miccichè e le elezioni: Crocetta a tutto campo «Mi hanno assicurato un posto, ma non faccio guerre»

«Non sarò io a creare spaccature nel Pd, sono un uomo di partito e pure all’antica. Mi hanno assicurato un posto per la Camera, vedremo…» Rosario Crocetta risponde dopo appena uno squillo di telefono, ha dismesso i panni del presidente della Regione, ma non lascia quelli di figura istituzionale. Lo fa sia guardando alle elezioni Politiche del 4 marzo, in cui spera di giocare un ruolo da protagonista – «ma dipende da Renzi», precisa -, sia rispetto a quanto fatto dal Partito democratico nel primo mese della nuova Ars. «Miccichè? Lo scandalo è che non si sia fatto un accordo vero con la maggioranza».

Presidente, cosa sta facendo in questo periodo?
«Porto avanti grandi battaglie politiche. I media nazionali mi chiamano, chiedono il mio parere. È proprio vero che quando uno non c’è, si capisce meglio il valore di quanto ha fatto».

Partiamo dai rifiuti, il nodo più caldo che sta affrontando il nuovo governatore. Ha lasciato una situazione di emergenza?
«Io non vedo alcuna emergenza, considerando anche il fatto che siamo in inverno, quando si producono il 30 per cento in meno dei rifiuti rispetto all’estate. L’unica vera novità è il rischio saturazione per Bellolampo, perché non si è realizzata la nuova vasca. Ma noi due anni fa abbiamo colmato un vuoto importante: quello degli impianti di biostabilizzazione e tritovagliamento, cioè il trattamento necessario per conferire in discarica il rifiuto nel rispetto delle normative europee. Ho avuto un’intuizione con gli impianti mobili, costano poco e si realizzano in breve tempo: anche per l’umido, nell’immediato, è questa la soluzione migliore».

Si cerca il modo di portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. Una strada che lei ha già tentato di percorrere, senza riuscirci però.
«È la strada più complicata, perché il costo aumenta. Se vogliono raddoppiare la tassa sui rifiuti, facciano pure.. Io le idee ce le ho e sono disponibile a condividerle con il governo Musumeci, senza pregiudizi, voglio dare una mano ma nessuno mi ha chiesto niente. Ho lasciato pronto anche un piano dei rifiuti che l’Ars non ha voluto approvare. Il governo nazionale lo ha detto chiaramente a Musumeci: “Il piano ce l’avete già, lo ha fatto il precedente governo”. Ma se vogliono ricominciare, facciano. Ho l’impressione che ci si perde in un laghetto, mentre noi abbiamo navigato nella tempesta». 

Come valuta i primi mesi all’opposizione del Pd siciliano?
«Il Pd deve superare le correnti e sono sicuro che lo farà. Credo che vada fatta un’opposizione costruttiva».

Per lei è uno scandalo che un pezzo del Pd abbia votato Miccichè come presidente dell’Ars?
«È uno scandalo che lo abbia votato solo una parte, non sarebbe stato uno scandalo se l’intero gruppo lo avesse votato a seguito di un accordo di tipo istituzionale che prevedesse la vicepresidenza per il Pd. Io mi sarei mosso su questa logica, perché non bisogna fare confusione tra dinamica parlamentare e di governo. Un accordo che vedo bene anche per la commissione antimafia».

Musumeci e Miccichè vorrebbero cambiarla strutturalmente.
«La commissione antimafia non va cancellata, ma sono d’accordo che vadano allargate le sue competenze anche sulla corruzione».

Tra due settimane dovranno essere consegnate le liste per le elezioni Politiche. Lei ci sarà?
«Sono un uomo di partito e non metto me stesso prima. Spetta a Renzi e Raciti fare delle scelte, a me era stato assicurato un posto al plurinominale in un collegio per la Camera, ma non sto qui a scalpitare. Io sono un uomo all’antica, l’unico con cui parlo è il segretario regionale». 

E se la promessa non venisse mantenuta?
«Continuerò a impegnarmi, come ho sempre fatto. Io ho un ruolo perché me lo riconosce la gente che mi ferma per strada per darmi suggerimenti e chiedermi consigli». 

A proposito di accordi: dopo il voto del 4 marzo, quali possibili coalizioni vede per formare un governo a Roma?
«Dai sondaggi è chiaro che nessuna coalizione avrà i numeri per governare da sola. Quello che succederà dopo non si può prefigurare. In Germania sono arrivati alla larga coalizione tra centrosinistra e centrodestra, ma hanno affrontato una campagna elettorale in cui ciascuno ha presentato il suo programma. Non si può dire prima. Certo, mi sarei augurato un centrosinistra unito». 

È immaginabile un’alleanza con Liberi e uguali dopo il 4 marzo?
«La scelta di Liberi e uguali è sbagliata e crea problemi al centrosinistra in almeno un terzo dei collegi, perché il centrodestra unito è forte. Immagino che se, il giorno dopo il voto, ci fossero le condizioni per formare un governo di centrosinistra tra Pd e Liberi Uguali, loro non si tireranno indietro. Allora perché non correre uniti già da prima? Poi c’è il grande tema del ruolo del Movimento 5 stelle». 

Ci crede ancora in un dialogo con i grillini?
«Se non fanno alleanze, come dovrebbero mai formarlo un governo? Cinque anni fa hanno fatto fallire un’idea – sia con me a Palermo che a Roma con Bersani – che avrebbe cambiato la storia della politica italiana. In ogni caso, occorre un confronto col Movimento 5 stelle, sempre se loro siano disponibili a questo confronto». 

Ma lei quindi dove si vede tra un anno?
«Non lo so, sicuramente sarò impegnato a dare un contributo alla mia terra. Ma non faccio le guerre, a differenza di altri». 

Salvo Catalano

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