Affidamenti diretti senza regolari gare. L'assessora all'Energia si rivolge all'Autorità anticorruzione perché «il sistema si è cronicizzato». Nel lungo elenco c'è anche Ragusa, amministrata da una giunta del M5s che spiega: «Per fare un bando tempi lunghi per l'incapacità della Regione di semplificare l'iter». L'elenco completo
Rifiuti, la Regione Sicilia denuncia 74 Comuni Replica: «La morale da chi fa regole non chiare»
L’emergenza moltiplica i costi. E nel settore della raccolta dei rifiuti in Sicilia, l’eccezione troppe volte è diventata la norma. È sulla base di questa tesi, suffragata dai numeri, che l’assessora Vania Contrafatto ha presentato una denuncia all’Associazione nazionale anticorruzione e alla Procura della Corte dei Conti: 74 Comuni avrebbero violato le norme in materia di anticorruzione, facendo un ricorso eccessivo agli affidamenti diretti degli appalti o a continue proroghe. «Oltre ai costi che lievitano considerevolmente – spiega a MeridioNews Contrafatto – si tratta di capire quanta parte di questo sistema si sia cronicizzato. Di fronte ad una emergenza complessa e reale non si può assistere ad uno sistematico degli affidamenti. Questo crea una distorsione su più livelli».
Criticità note e su cui Raffaele Cantone, numero uno dell’Anticorruzione, aveva già soffermato la sua attenzione nella recente visita alla commissione regionale antimafia. «Ci è sembrato preoccupante – ha detto l’ex magistrato in quella sede – che molto spesso le regole in materia di appalti non siano state rispettate e si sia fatto ricorso a proroghe di appalti in corso. Il problema più rilevante rimane quello della proprietà delle discariche». Una situazione – come scrive oggi il Giornale di Sicilia – che coinvolge 74 centri di tutte le nove province siciliane. Il ricorso agli affidamenti diretti è permesso da una norma: il decreto legislativo 152 del 2006 che mira ad accelerare i tempi degli affidamenti in condizioni di emergenza, ad esempio quando i rifiuti rimangono in strada per diversi giorni. Il periodo monitorato dall’assessorato comprende gli ultimi cinque anni: dal 2011 al 2015, ma questo non esclude che anche precedentemente si sia fatto ricorso a questa modalità.
Nella lista dei Comuni denunciati c’è un solo capoluogo: Ragusa, dal 2013 amministrata dal Movimento cinque stelle. «Qua sta finendo che siamo cornuti e mazziati», replica Antonio Zanotto, assessore all’Ambiente, chimico veneto, che esprime sorpresa di fronte alla denuncia del governo regionale. Nel capoluogo ibleo l’ultima gara per l’assegnazione della raccolta dei rifiuti risale al 2008, quando primo cittadino era Nello Dipasquale, ex Forza Italia passato nelle fila del Pd. Negli ultimi anni si è andati di proroga in proroga. Prassi attuata, di tre mesi in tre mesi, anche dall’attuale amministrazione grillina che però nel frattempo si è mossa per pubblicare il nuovo bando. Tempi? «Potrei dirle che solo Dio lo sa, o meglio solo l’Urega lo sa».
L’Urega è l’ufficio regionale grandi appalti, a cui spetta il controllo e la pubblicazione dei bandi per i Comuni superiori ai diecimila abitanti. «Siracusa aspetta da un anno, noi consegneremo a breve tutti i documenti, poi non ci resta che aspettare». Zanotto però sottolinea il tortuoso e lungo iter burocratico che «anche un Comune virtuoso deve affrontare». «La Regione – spiega – pretende adesso velocità e alte percentuali di differenziata, ma non si rende conto che per fare un bando serve il piano d’intervento del Comune, a sua volta subordinato al piano d’ambito, che passa al vaglio sia della Regione che delle Srr (società per la regolamentazione dei rifiuti) e infine, cosa che non succede nel resto d’Italia, è necessario anche il via libera del consiglio comunale».
L’amministrazione di Ragusa ha seguito il complicato iter ed è all’ultimo passo. Ecco perché la denuncia da parte dell’assessorato appare «fuori tempo e fuori luogo alla luce delle azioni messe in campo per fare quello che ci è stato chiesto di fare, cioè interrompere le proroghe e migliorare la differenziata». Ulteriore ostacolo, inoltre, secondo Zanotto, è «l’incapacità della Regione di dire cose chiare e definitive in questo settore, in modo tale che non ci sia ombra di dubbio su cosa si deve fare». Un esempio è proprio quello delle Srr che avrebbero dovuto sostituire gli Ato e che di fatto non sono operative, a eccezione di Kalat Ambiente in provincia di Catania. «Dalla Regione – conclude l’assessore – ancora non hanno comunicato regole certe sull’individuazione del personale. Che ci vengano a fare adesso la morale per regole fatte da loro, mi sembra una presa in giro».
Ecco l’elenco dei 74 Comuni oggetto della denuncia da parte dell’assessora Vania Contrafatto:
AGRIGENTO: Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa, Montallegro, porto empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, San Giovanni Gemini, Sant’Elisabetta, Sant’Angelo.
CATANIA: Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione, Fiumefreddo, Giarre, Gravina, Motta Sant’Anastasia, Ragalna, Sant’Agata li Battiati, San Michele di Ganzaria, Santa Venerina, Scordia, Tremestieri.
MESSINA: Acquedolci, Capri Leone, Castroreale, Furci Siculo, Galati Mamertino, Gioiosa Marea, Malfa, Milazzo, Montalbano Elicona, Naso, Novara di Sicilia, Patti, Reitano, Roccavaldina, Rodi Milici, Santa Lucia del Mela, San Piero Patti, San Salvatore di Fitalia, Santo Stefano di Camastra, San Marco d’Alunzio.
PALERMO: Bagheria, Bisacquino, Campofelice di Roccella, Chiusa Sclafani, Ciminna, Giuliana, Monreale, Roccamena, San Cipirello, Ventimiglia, Villafrati.
RAGUSA: Giarratana, Modica, Ragusa.
SIRACUSA: Augusta, Carlentini, Noto, Pachino, Sortino.
TRAPANI: Campobello di Mazara, Castelvetrano.
ENNA: Leonforte.
CALTANISSETTA: San Cataldo.