«Nuovo appalto Catania e più di 100 lavoratori a casa, ridateci il lavoro» e «Raccogliamo la spazzatura ma non lo siamo». Le frasi impresse a caratteri cubitali negli striscioni realizzati da quasi una trentina di lavoratori del settore rifiuti, manifestano il disagio degli ex dipendenti di Dusty in protesta davanti alle porte del palazzo della Regione a Catania. Operatori ecologici e autisti. «A essere rimasti senza lavoro sono più di 130 persone nel cantiere di Catania e altri 30 nel cantiere di Messina», spiega a MeridioNews Lucia Inzirillo, segretaria regionale Confsali Sifus. Sebbene le proteste si ripetano di appalto in appalto, che il clima tra sindacati e ditte dei rifiuti non fosse sereno, lo si era già capito nella fase delle trattative in occasione della riorganizzazione del personale e delle ore lavorative, dopo la proroga dell’appalto a Dusty per il lotto centro.
Nel frattempo in città, tra strade non più percorribili a causa di immense discariche che invadono la carreggiata, quartieri dove la raccolta differenziata pare non sortire gli effetti sperati e la parziale rimozione dei cassonetti di prossimità, il servizio di raccolta è altalenante. «Siamo qui per chiedere di lavorare – commenta un autista in protesta – le tre aziende (Dusty, Ecocar e SuperEco, ndr) hanno bisogno di personale, di forza lavoro per ripulire una città in piena emergenza rifiuti». Una condizione, quest’ultima, innegabile che spinge gli operatori a rincarare la dose. «Da due mesi non esiste più un servizio di spazzamento – chiosa un altro ex lavoratore -, c’è da rimanere allibiti, così può scattare un’epidemia». Se questo è il quadro generale, la domanda allora sorge spontanea: «Vogliamo sapere perché siamo stati licenziati – incalzano i manifestanti -. Non serviamo più?».
In effetti, con il nuovo appalto, il personale di servizio è stato dimezzato. «Prima era gestito con oltre 1400 lavoratori – spiega Inzirillo -, ma adesso è stato tarato per 846 unità part-time». Secondo la ricostruzione dei sindacati, però, due delle tre aziende che si occupano del servizio di raccolta e spazzamento in città, avrebbero cominciato a effettuare le chiamate attingendo da questo bacino di lavoratori. «Ma le chiamate vengono fatte per due giorni, per una settimana, per un mese – sostiene la sindacalista – e qualcuno ha provato ad attingere da altri bacini perché la forma clientelare ancora non è finita». Peraltro, è la posizione di Unilavoratori, per il momento il numero di chiamate sarebbe irrisorio. «A oggi – afferma il segretario provinciale Giovanni De Caudo – hanno preso solo 13 persone, le aziende ci hanno detto che attingeranno in proporzione ai pensionamenti».
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