Rifiuti, appalti, servizi, tutto passerà da un unico Ente Nasce l’Eser per rimediare al pasticcio della munnizza

È una delle poltrone più ambite di Sicilia. Ed è lì, scritta nero su bianco nella bozza del ddl di riforma del sistema di gestione dei rifiuti, la poltrona del presidente dell’Eser, l’Ente di governo per il servizio dei rifiuti. Un disegno di legge che, per la verità, è stato soltanto predisposto dagli uffici e che deve ancora fare il suo ingresso in giunta, prima di approdare a Palazzo dei Normanni, ma che dice chiaramente in che direzione vuole andare il governo regionale.

«Il presente ddl – si legge nella relazione tecnica che accompagna la norma – si pone come un passaggio obbligato per uscire strutturalmente dall’emergenza rifiuti in Sicilia». Ed ecco allora abolite le 27 società d’ambito o le 18 srr, per fare invece spazio a un solo Ente che regola e controlla il servizio dei rifiuti. «Un ente – si legge ancora nella relazione tecnica – che, in coerenza con la normativa comunitaria, affidi il servizio o tramite l’esternalizzazione o tramite l’affidamento diretto in house o, ancora, costituendo società mista».

Al posto delle Srr nasceranno nove Bta (Bacini territoriali di affidamento), che coincideranno coi confini delle nove ex Province, per la gestione ordinaria del servizio di raccolta e trasporto. Ma tutti gli appalti, i bandi di gara per i termovalorizzatori, quelli per gli impianti di trattamento meccanico biologico delle discariche, per le attrezzature, le forniture, i servizi, passeranno al vaglio dell’unico grande Ato. I contratti già in essere cesseranno alla loro scadenza naturale, per cui – ad esempio – i sindaci che avevano già indetto le gare per la differenziata, dovrebbero poter espletare le procedure e far partire la raccolta, anche nel momento in cui l’Eser vedrà la luce.

L’Ente sarà costituito da un presidente, dall’assemblea d’ambito, dalle conferenze territoriali, dal collegio dei revisori. Non mancano, anche nella relazione tecnica, gli strascichi dello scontro politico che nelle ultime settimane ha visto protagonisti da una parte il governo regionale e dall’altra i sindaci dell’Anci. «L’obiettivo – si legge ancora nel documento – è quello di rendere efficiente e funzionante un sistema che, dalle società d’ambito alle Srr, in Sicilia non è mai decollato e che non è riuscito a dare a utenti e lavoratori risposte adeguate e idonee in termini di efficienza, efficacia ed economicità del servizio».

«La situazione di emergenza in cui si trova l’Isola è anche – scrivono ancora dagli uffici dell’assessorato all’Energia – il risultato di anni di immobilismo: il nuovo impianto normativo dovrà e potrà costituire il quadro di riferimento per avviare percorsi efficaci che portino celermente all’incremento della raccolta differenziata, a oggi ferma a percentuali bassissime rispetto a quel 65 per cento che già da tempo doveva essere raggiunto dai Comuni, all’eliminazione degli sprechi, all’incremento dell’impiantistica e, in ultimo, a fornire il miglior servizio al minor costo». La strada per il ddl è ancora lunga, dopo l’ok della giunta dovrà passare prima al vaglio delle commissioni e poi all’esame di sala d’Ercole. Lunga ed evidentemente tutta in salita.


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