Rifiuti accatastati a Bellolampo, Rap chiede la proroga «Servono un mese o due, ritardi non sono dipesi da noi»

A dicembre MeridioNews lo aveva anticipato, adesso c’è l’ufficialità: servirà una proroga alla Rap per smaltire i rifiuti accatastati da agosto a Bellolampo, sul piazzale di fronte all’impianto Trattamento Meccanico Biologico. A metà settembre la giunta Orlando, attraverso un’ordinanza sindacale, aveva dato quattro mesi di tempo alla municipalizzata che si occupa della gestione e dello smaltimento dei rifiuti in città per liberare la zona. Che, al momento, ha ancora circa 20mila tonnellate di rifiuti indistinti – dopo essere arrivata a punte di 40mila, tra impianti rotti e una raccolta differenziata che non è mai decollata

Entro il 16 gennaio, invece, il piazzale sarebbe dovuto risultare vuoto. «I nostri uffici stanno predisponento la richiesta da inoltrare al Comune – conferma il presidente di Rap Giuseppe Norata – Servirà un mese, al massimo due. Voglio ricordare che i ritardi non sono dipesi da noi». Norata fa riferimento al respingimento dei rifiuti provenienti da Bellolampo attuati dalle discariche private tra settembre e ottobre – tra cui la Oikos, tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, per la quale l’11 gennaio il presidente della Regione Nello Musumeci ha annunciato «l’avvio in autotutela del processo di revisione della Via (la Valutazione d’impatto Ambientale, ndr) data nel 2009».

Certamente la partita dei rifiuti per Palermo è tutt’altro che chiusa. Dopo l’esaurimento della sesta vasca di Bellolampo i lavori per la settima tardano a partire, con accuse incrociate tra Comune e Regione. Mentre proprio sui rifiuti abbancati nell’area ex inerti il consigliere comunale del M5s Antonino Randazzo, recentemente eletto capogruppo a Sala delle Lapidi, aveva chiesto un sopralluogo. Richiesta che però è stata respinta da Rap, con la sollecitazione a individuare un’altra data. Che però al momento non è stata ancora comunicata.

«Avevo chiesto di poter vedere la situazione del Tmb e della sesta vasca, perché quando le vasche sono esaurite devono poi essere anche chiuse – commenta Randazzo – Sarei voluto andare con un deputato nazionale, anche per provare a ragionare su possibili soluzioni col governo centrale. In passato sono andato altre volte, quindi non era per me una novità, e con Rap c’è sempre stato un confronto costruttivo. D’altra parte lì è tutto monitorato: ci sono le relazioni dell’Arpa e dei carabinieri del Noe. Al momento però, così mi è stato detto, non è possibile andare. Ho chiesto di conoscere la motivazione, senza volere fare polemica sto aspettando una risposta. Se non arriveranno i chiarimenti farò una nuova richiesta». 


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