«Perché lo vogliono chiudere? Io ci venivo ogni giorno». Queste sono le parole di Matteo, un bambino che, come tanti suoi coetanei, ha perso “casa sua”. La mattina dello sgombero era anche lui in prima fila per difendere il Centro Popolare Occupato Experia. Era anche lui a prendere manganellate sulla schiena. Le botte in testa, sulle braccia, non hanno fatto distinzioni di età, di sesso. «Stamattina sono venuti alle sei come dei tori, neanche me ne sono accorto, ero girato a parlare con l’amico mio. Ora come ora ho la schiena che mi fa male, nessuno può nulla per farmi passare il dolore. Anche ai bambini hanno dato le manganellate. Se non era per l’arrivo della camionetta e perché loro sono grossi e io piccolo, non sarei riuscito a scappare. Forse ora ero in ospedale».
Matteo è uno dei molti bambini che, accompagnati dalle loro mamme, hanno seguito per intero il corteo in difesa dell’Experia che, partendo da via Plebiscito, ha attraversato le vie cittadine fino a giungere in piazza Duomo davanti alla sede del Comune di Catania. Capita di rado di vedere un quartiere scendere in strada per difendere i propri diritti.
Il migliaio di manifestanti, ha trovato chiuse le porte di Palazzo degli Elefanti, che è stato simbolicamente posto sotto sequestro. «Dicono di averci chiuso perché rubavamo la luce e l’acqua. Si è vero, ma loro la luce e l’acqua le hanno mai pagate?», si domanda uno degli occupanti.
Per spiegare lo sgombero del Cpo, dopo 17 anni di occupazione, molti ripercorrono la campagna anti centri sociali di alcuni esponenti del centro-destra, come Salvo Pogliese, vice-Capogruppo del Pdl all’ARS e il consigliere comunale di Catania Giacomo Bellavia. A poche ore della sgombero Pogliese dettò alle agenzie di stampa un comunicato di piena soddisfazione: «Finalmente vince la legalità. La Regione riprenda possesso dell’immobile di Via Plebiscito e lo destini all’E.R.S.U. di Catania. Da diversi anni insieme anche ai ragazzi di Azione Giovani e Azione Universitaria, al Consigliere provinciale Claudio Milazzo, ai Consiglieri comunali Manlio Messina e Giacomo Bellavia e ai Consiglieri della I Municipalità Zizzo, Aiello e Martello, abbiamo puntato i riflettori su questa vicenda, io ho anche presentato il 3 marzo di quest’anno un’interrogazione parlamentare con la quale ho chiesto alla Regione, come previsto dalla succitata normativa, di riappropriarsi dell’immobile ordinando lo sgombero dei locali. Finalmente ciò è stato fatto, la struttura è stata liberata dalla squallore dei centri sociali come l’ Experia».
Intanto ieri, dopo il corteo, in via Plebiscito è stata organizzata una festa, come la sera precedente. L’arrivo del corteo ha però fatto registrare alcuni attimi di tensione. Infatti, al grido “Occupiamo, occupiamo”, i ragazzi del Cpo Experia hanno allontanato il presidio della polizia posto davanti l’ingresso del Centro provando, ancora una volta simbolicamente, a rioccuparlo. Prove generali di ciò che promettono avverrà nei prossimi giorni.
Se, secondo i manifestanti, lo sgombero ha evidenziato tutte le ragioni politiche di un centro-destra forse disturbato dai risultati ottenuti dal Centro nel quartiere Antico Corso, dall’opposizione (accusata di acquiescenza) si alza la voce di Luca Spataro, segretario cittadino del Pd: «Noi crediamo si sia commessa una grande ingiustizia, in uno dei pochi spazi di aggregazione di questo quartiere. Questo è un esempio di legalità usata con forza contro i deboli, mentre lo stesso non avviene con i forti. E’ questa l’idea di legalità che ha il centro-destra. Abbiamo già chiesto chiarimenti al questore rispetto alle modalità dello sgombero e un ‘incontro con Nicola Leanza, assessore regionale ai Beni Culturali, predisponendo inoltre delle interrogazioni parlamentari a livello regionale e nazionale. A lui chiederemo che questa esperienza possa continuare, se non in questo spazio, almeno in un altro spazio di questo quartiere».
Ora è tempo di non vanificare il sostegno dimostrato da migliaia di cittadini al Cpo Experia, come afferma il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Pierpaolo Montalto: «Organizzeremo una raccolta firme, nonché un presenza costante davanti questo posto, coinvolgendo tutti coloro che si sentono di sinistra e coloro che hanno a cuore questo centro popolare. Si parla di un presunto progetto dell’Ersu per utilizzare l’edificio. Ma è la stessa Ersu che chiude le aule studio, le mense universitarie e le mense per gli studenti? Noi staremo qui davanti per impedire che altri azioni di violenza vengano compiute».
Per martedì 3 novembre, sono inoltre previsti il doposcuola, che verrà nuovamente svolto in via Plebiscito, e un’assemblea pubblica perché ogni parere, ogni idea sarà utile a tracciare il percorso di lotta per la rioccupazione del Centro.
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