Ricordando Angelo D’Arrigo

Ricordare un uomo come Angelo D’Arrigo, per chi lo ha conosciuto, non è facile. Commozione, ammirazione e voglia di portare alto il suo nome, di lui che amava volare più che camminare. “ Il volo infinito”, una serata che gli ha reso un doveroso tributo, si è svolta ieri sera nell’Auditorium delle Ciminiere, a un mese dalla sua morte, gremito di parenti, amici, conoscenti, di persone che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma che con la loro presenza hanno mostrato di aver compreso la grandezza di quest’uomo. 

E che non fosse un uomo comune lo avevamo capito in tanti. “Stiamo cogliendo a distanza di un mese – ha detto Candido Cannavò – l’eccezionalità di questo personaggio dal punto di vista storico. La sua capacità nel raccontare le sue straordinarie imprese ti coinvolgeva enormemente” ha concluso. Quanto fossero straordinari  i suoi progetti, che richiedevano anni di preparazione e che lui mirabilmente riusciva a spiegare alle persone comuni, con sbalordente semplicità, lo rendeva ancora più grande. 

L’aeroporto di Catania sarà intitolato a lui, ha detto ieri sera, intervenendo alla serata, l’onorevole Raffaele Lombardo, presidente della provincia regionale di Catania. “L’intitolazione dell’aeroporto a D’Arrigo acquista una grande simbologia in nome dei sogni che ha realizzato” ha commentato Cannavò. Ma insieme a questa, ci sono state altre iniziative che stanno sorgendo per rendere omaggio al suo nome. La fondazione intitolata a lui, nata da pochissimi giorni, si prefigge di raccogliere fondi per i bambini peruviani, di cui lui ha conosciuto la triste realtà e ai quali pensava frequentemente di ritorno dalle sue imprese.

D’Arrigo l’anno scorso lui aveva inaugurato la sezione Arte di Etnafest. E nella serata di ieri sera gli organizzatori di Etnafest hanno voluto ricordare le sue imprese, con la proiezione dei filmati realizzati in giro per il mondo. Tante le testimonianze rese all’uomo condor: oltre a Candido Cannavò, sono intervenuti Fiorenzo Galli – Direttore del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, Nino Milazzo, giornalista, Vincenzo Parma – Generale di Brigata Aerea, Marco Visalberghi – produttore e regista.

Il Museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci, che ospita già il deltaplano che D’Arrigo ha utilizzato nella sua impresa del 2004, in cui ha sorvolato l’Everest, gli dedicherà un ampio spazio, ha annuncia il direttore del museo Fiorenzo Galli. 

Il concerto di orchestra e coro dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini di Catania e filmati hanno creato un’atmosfera emozionante. I filmati  che sono stati inviati hanno riproposto le sue imprese: da quella del Sahara all’ultima dell’Aconcagua. XP e Wings of Condor, per gentile concessione Doc Lab – National Geographic.

Inoltre l’attore Piero Sammataro ha letto alcuni brani tratti dal libro “In volo sopra il mondo” scritto  da d’Arrigo. 

Alla fine della serata, presentata dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso, la signora Laura Mancuso d’Arrigo salendo sul palco ha letto alcune parole dedicate al marito.

“In quest’ultima migrazione, nell’ultima Metamorfosi, ti auguro voli infiniti e sconfinati spazi, goduti in un’altra dimensione. Porta in alto con te i tuoi sogni ed i nostri sogni, quelli in cui ci hai insegnato a credere”. Un lunghissimo applauso, un abbraccio ideale dei presenti all’uomo condor, ha concluso la serata.

Vi proponiamo il testo integrale

Ricordo

Laura Mancuso D’Arrigo

Mai avrei voluto trovarmi a parlare di Angelo senza Angelo. 
Il mio stato d’animo è in condizioni tali da non poter essere espresso con alcune parole ma solo avvolto nel silenzio, nel rispettoso silenzio che gli amici più cari mi regalano e che mi avvolge in un abbraccio. 

Non sono qui per svelarvi gli aspetti più intimi del suo essere straordinario compagno di  vita, e padre attento ed amorevole, scadrei nel retorico e Angelo non me lo perdonerebbe.  Inoltre io non c’entro. Ho avuto solo il meraviglioso privilegio di condividere la genialità e la fantasia, la passione, l’ amore, il coraggio, la determinazione, la profondità di Angelo.

Lui aveva l’innata capacità di comunicare il senso di libertà, di suscitare emozioni e fantasie che diventavano realtà nelle sue imprese al limite dell’immaginabile. Guardava il mondo dall’alto un po’ più in là, ma non aveva doti divine.

Angelo lavorava, studiava, preparava minuziosamente i suoi progetti con tenacia, caparbietà, professionalità ed era riuscito a dare senso alla sua esistenza.  Ha realizzato i suoi sogni con grande naturalezza e con un entusiasmo che si leggeva nelle sue parole e nel suo sguardo. Il suo è il sorriso limpido di chi ha conosciuto la libertà autentica e di chi vive in simbiosi con la natura e che ha saputo vivere i suoi successi  in punta di piedi, senza rumore, rimanendo se stesso.  Ed è per questo che senza clamore cercherò di portare avanti il suo ultimo evento incompiuto, la reintroduzione di Inca e Maya, la coppia di condor nata in cattività per essere reintrodotti in Perù. 

E sempre seguendo le sue volontà, ho deciso di istituire la sua fondazione per portare avanti il progetto umanitario in favore dei più bisognosi, a partire dei bambini poveri nel Perù, per aiutarli a realizzare il sogno di un futuro diverso.

Ciascuno di noi, quelli che lo hanno conosciuto e lo hanno seguito nei suoi percorsi, porteranno un frammento del suo ricordo, perché Angelo è entrato nel cuore delle persone vere, quelle che sanno sognare ma anche osare.  In quest’ultima  migrazione, nell’ultima Metamorfosi, ti auguro voli infiniti e sconfinati spazi, goduti in un’altra dimensione. Porta in alto con te i tuoi sogni ed i nostri sogni, quelli in cui ci hai insegnato a credere.

http://www.angelodarrigo.com/

Melania Mertoli

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