Sabato, 25 marzo, nellAula Magna della facoltà di Ingeneria, si è svolta la conferenza/incontro con il leggendario hacker, considerato il guru del software libero
Richard Stallman: evil and freedom
Con un po di ritardo, ma alla fine Richard Stallman giunge nella nuova Aula Magna di Ingegneria. Pantaloni scuri, una maglietta anni 70 e dei sandali che abbandonerà subito per rimanere scalzo per tutto lincontro. Ad aprire lincontro sono i ragazzi di freaknet.org, co-organizzatori dellevento: Eccolo qui!. Scoppia un applauso irresistibile da una platea quasi commossa di poter conoscere il padre del loro lavoro. E a dimostrarlo subito è il professore Gallo, della Facoltà di Informatica, che ringrazia a nome di tutti Stallman per essere qui; e per il lavoro che ha fatto, che ci permette di lavorare con semplicità e risolvere i nostri problemi più velocemente.
Richard Stallman è infatti promotore del Progetto GNU, lanciato nel 1983 e che si basa su una gestione particolare dei diritti d’autore sul software, secondo la definizione di software libero (contrapposta a software proprietario). Scopo ultimo del Progetto GNU è la creazione di un sistema operativo completamente libero, chiamato Sistema GNU.
Ma la relazione di Stalmann, tutta rigorosamente in inglese, si apre proprio sul concetto di proprietà e libertà: Esistono 4 diverse libertà: la libertà zero è quella che ti permette di creare il programma; la libertà uno è quella di modificare il codice sorgente del programma come vuoi; la libertà due è quella che hai quando decidi di aiutare il tuo vicino ad evolvere il programma; ed infine la libertà quattro è quella che hai quando puoi mettere a disposizione il tuo programma alla comunità
Purtroppo come sappiamo queste libertà sono negate dagli interessi economico politici delle grandi case produttrici: Intel, IBM, Apple, Microsoft, Amd sono le principali corporazioni che obbligano gli utenti ad usare il loro sistema di management. E Stallman rincara la dose: queste case sono il male (the evil) e sono spalleggiate dai governi nazionali.
Stallman è una grande personalità e lo si capisce da come incanta e coinvolge il pubblico. Non mancano battute ironiche sulla situazione e sfrecciatine al sistema Windows, considerato la vittima sacrificale da chi fa satira computerizzata. Ma il guru e il pubblico che lo ascolta sanno che questa ironia è amara, che la situazione è tuttaltro che facile. Ed ecco che Richard ritorna sul concetto di libertà: La libertà in questo momento ci è negata, siamo costretti ad usare metodi e programmi limitati dagli interessi di altri. Dovremmo, al contrario avere la possibilità di scegliere, di cambiare, di far fare al nostro pc quello che vogliamo.
Sono tanti i giovani in sala, e tanti tengono sulle gambe un pc portatile. Molti tra il pubblico annuiscono alle considerazioni di Stallman, sanno che ha ragione e che il loro job è fortemente limitato dalle grosse corporazioni.
Ed a loro Stallman rivolge il suo appello: Abbiamo bisogno di aiuto, del vostro aiuto, voi che sapete di che parlo. E necessario creare una comunità più grande e più forte, mossa non dallinteresse personale, ma dalla gioia di programmare, come succedeva negli anni 70.
Poi Stallman si ferma e dice: Adesso vi presento la mia altra identità. Tira fuori da una busta uno strano copricapo e un saio da santone. Si traveste e inzia a recitare con un pc in mano: Io sono il padre della chiesa Imax, padre delle fedi del software libero. Io professo la libertà di scegliere e combatto contro the evil. Voi, adepti della chiesa Imax, non avrete altro sistema operativo allinfuori di Linux . I giovani ingegneri e informatici catanesi ridono ed applaudono un uomo che ha fatto della propria passione uno stile di vita e che dopo tanti anni è ancora in prima linea per la libertà informatica.
La giornata si è conclusa con un seminario sui pericoli connessi alla brevettabilità del software e degli algoritmi, argomento molto sentito dalla comunità del software libero, preceduto da un breve intervento a cura di GNU Linux user group Catania e Freaknet sullo stato attuale dei “diritti digitali in Italia”.