Il confronto, in conference call, è stato necessario per spingere il governo a recepire nel Dpcm il riferimento ai protocolli di sicurezza adottati dalle Regioni. Un modo per estendere allo Stato la responsabilità sulle modalità di uscita dal lockdown
Riapertura, braccio di ferro nella notte Stato-Regioni Musumeci: «La nostra ordinanza è pronta sul tavolo»
Soltanto in piena nottata è arrivato l’accordo tra il governo centrale e le Regioni sul recepimento nel Dpcm che conterrà le norme attuative del decreto-legge che da domani autorizza la riapertura, pressoché generale, all’interno dei territori regionali. Una conferenza Stato-Regioni in conference call è servita ad ammorbidire le tensioni tra le parti. Al centro della questione il mancato riferimento, nel decreto del presidente del consiglio dei ministri che ancora deve essere pubblicato, al recepimento da parte del governo centrale dei protocolli di sicurezza adottati dalle Regioni dopo il confronto con associazioni di categoria e Inail.
«Il governo nazionale non ha ancora trasmesso ai presidenti di Regione il decreto necessario per disciplinare le riaperture – ha scritto ieri sera Musumeci, prima della conferenza -. La mia ordinanza è comunque pronta per la firma ed estende – come avevo promesso – il più possibile l’esercizio delle attività, forti delle attuali condizioni sanitarie nella nostra Isola. Su questo punto, Roma ha dovuto ascoltarci. Per evitare spiacevoli sorprese (fidarsi è bene ma…) aspettiamo comunque di confrontarci con le disposizioni nazionali, che dovrebbero arrivare in nottata». Poi qualche ora dopo un nuovo post. «Con tutti i presidenti di Regione italiani siamo tornati a riunirci adesso, a tarda notte, con il presidente del Consiglio Conte. Rivendichiamo il diritto di fare ripartire le attività economiche e iniziare il graduale ritorno alla normalità. Serve responsabilità».
In attesa che le regole vengano cristalizzate all’interno dei testi normativi – prima nazionali, poi regionali – a partire da domani in Sicilia dovrebbero riaprire i servizi alla persona (parrucchieri, estetisti ecc.), i negozi al dettaglio e i mercati. Slitta al 25 maggio – stando all’indirizzo del governo centrale sarebbe stato possibile già da subito – la riapertura di musei, archivi stori e Parchi archeologici. Mentre dal 3 giugno – la data a partire dalla quale si potrà andare oltre regione – in Sicilia potranno tornare a organizzarsi matrimoni. Per gli stabilimenti balneari, invece, la data dovrebbe venire fuori da una riunione con i gestori dei lidi prevista per i prossimi giorni.
«Siamo nella condizione di affrontare questa fase due con fiducia ma anche senso di responsabilità», ha detto ieri sera in conferenza stampa il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Affinché infatti questa apertura anticipata non si riveli un boomerang sociale e sanitario ci sarà bisogno, e su questo tutte le parti sono concordi, del contributo di ogni cittadino a evitare assembramenti nei luoghi pubblici, a portare con sé la mascherina per indossarla nei luoghi in cui sarà obbligatorio e più in generale a tenere presente che il Covid-19 non è sparito.