Regione, scintille nella maggioranza per il Musumeci bis Tra non detti e smentite, frizioni da Lega e Fratelli d’Italia

A poco più di un anno dalle nuove elezioni regionali gli equilibri nel centrodestra sono un rebus di difficile interpretazione. Al centro dei discorsi nelle stanze di palazzo, non potrebbe essere diversamente, è la figura di Nello Musumeci. «Un buon governatore» come lo ha definito Matteo Salvini, salvo poi affermare che la Lega avrebbe avuto l’ultima parola sulla scelta del nome del candidato in Sicilia. «Un buon governatore», come continuano a dipingerlo i suoi alleati di governo smentendo con più o meno forza le voci che vedono un presidente della Regione fermamente deciso a ricandidarsi, ma che non godrebbe più dell’appoggio di un centrodestra compatto. 

Tra gli alleati più irrequieti, oltre alla già citata Lega, che malgrado le dichiarazioni, sul territorio, sta ancora cercando di metabolizzare l’ingresso di un campione di preferenze come Luca Sammartino, che inevitabilmente finirà con il ridefinire gli equilibri interni; ci sarebbero anche Fratelli d’Italia, che addirittura avrebbero già visto in Raffaele Stancanelli il profilo ideale a sostituire l’attuale governatore, e alcune frange di Forza Italia. Pare, le più vicine a Gianfranco Micciché. «Sono voci, non risulta nulla di tutto questo, ufficialmente – dice a MeridioNews il coordinatore leghista Nino Minardo – C’è un governo regionale al lavoro, va avanti con tranquillità e noi siamo lealmente al governo con Musumeci, come il resto della coalizione. Ho letto dai giornali che ci sarebbe una frattura, ma nulla di tutto questo ha i crismi dell’ufficialità, sul chiacchiericcio non possiamo basarci».

E dire che proprio Minardo sarebbe il candidato designato per una fetta della coalizione, a partire da un’ala del suo stesso partito, per arrivare agli autonomisti di Raffaele Lombardo, raccogliendo persino le simpatie dell’area forzista vicina a Micciché. Di certo non di quella rappresentata da Marco Falcone, assessore regionale alle infrastrutture, che se pure non ha voluto esprimere pareri sulla vicenda, rimane un caposaldo del governo al fianco di Musumeci. Un governo che comunque rimane compatto, lasciando intendere che le fibrillazioni siano più in seno alle segreterie, locali e nazionali, e alle varie aree interne ai partiti, rimanendo comunque al di fuori delle mura di palazzo d’Orleans. «Ieri c’è stata giunta tranquillamente – dice Giorgio Assenza, deputato di Diventerà Bellissima – erano tutti presenti, non è stato sollevato alcun problema da nessuno. Stiamo lavorando al progetto per la ricandidatura, che sia espressione del solo centrodestra, senza fantasmagorie di governi alla Draghi». 

E lo conferma anche Alessandro Aricò, capogruppo del partito del presidente Musumeci, che tuttavia non nega qualche mal di pancia in coalizione. «Se ne sta parlando e riparlando, ma non è vero nulla – spiega – C’è un’accesa dialettica, come sempre accade in un governo, che sia regionale o nazionale. Poi, ci avviciniamo alle elezioni e i 14 mesi che ci dividono dal voto creano delle fibrillazioni nelle classi dirigenti dei partiti, ma nulla che non rientri nella normale dialettica tra gli alleati e il presidente. Poi magari qualcuno vuole diventare presidente della Regione, ma ancora non si è ancora materializzato: lo leggo sui giornali, ma vedo che a oggi non sono state presentate alternative». 

E sul nome ventilato di Stancanelli, Aricò taglia corto: «Nessuno degli alleati ha proposto Stancanelli. La fotografia della formazione del governo rispecchia le forze in campo che sostengono il presidente della Regione, la quasi totalità della maggioranza ritengo possa essere rappresentata da Musumeci e dalla sua compagine governativa. Un partito non può dire di non sentirsi rappresentato da un governo e poi esserne parte integrante. Se ci sono altri ripensamenti in assemblea non li ho avvertiti, se non sporadici casi». E degli attriti in Assemblea regionale parla anche Riccardo Savona, deputato di Forza Italia. «In tutte le grandi famiglie ci sono sempre fibrillazioni, chiacchiere, chiarimenti, è già successo altre volte. Anche noi abbiamo chiesto chiarimenti su alcuni passaggi che riteniamo fondamentali. Ma niente che sia insanabile», spiega a MeridioNews. Una partita tutta ancora da giocare, dunque, quella per il nome del candidato o dei candidati del centrodestra alla presidenza per le prossime regionali, in cui ancora può succedere di tutto, con le dovute cautele da parte degli interessati a tenere comunque sempre aperta la porta per una possibile ricucitura, in attesa tuttavia, delle indicazioni delle segreterie nazionali.


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