Il coordinamento nazionale no Triv guarda al bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo ottenuto varie conquiste, tre dei quesiti iniziali sono stati assorbiti dal governo». Sulla scarsa partecipazione in Sicilia: «Zone interne non coperte dai comitati e in città come Gela le promesse di Eni hanno ancora un peso»
Referendum trivelle 2016, le reazioni del Sì «Prevalsa paura, ma comunque un successo»
Poca voglia di commentare tra chi si è battuto per la vittoria del sì al referendum sulle trivellazioni. Il nemico più temuto, l’astensione, alla fine ha prevalso. Ma il coordinamento nazionale dei No Triv guarda al bicchiere mezzo pieno: «È comunque un successo, abbiamo ottenuto varie conquiste nel percorso che ci ha portato al voto – commenta Salvatore Mauro – tre dei quesiti iniziali sono stati assorbiti dal governo, compreso quello sulla semplificazione delle grandi opere. Abbiamo avuto la capacità di mettere in discussione la strategia energetica nazionale e parlare dell’idea di futuro, cose su cui gli italiani fino a un mese fa non capivano nulla».
In Sicilia l’affluenza si è fermata al 28 per cento, tra i risultati più bassi a livello nazionale, nonostante l’Isola sia tra le regioni maggiormente interessate dalle trivellazioni in mare. Il componente siciliano del coordinamento nazionale, analizza: «In Sicilia c’è una buona organizzazione dei comitati sulla costa e in alcuni centri, ma le zone interne non sono per nulla coperte». Da sottolineare il risultato di Gela, città strategica per le politiche energetiche nazionali per la presenza di Eni, dove al voto sono andati circa il 15 per cento degli elettori. «La paura della perdita dei posti di lavoro si è fatta sentire – commenta Mauro – lì la situazione è molto delicata e le promesse di Eni hanno ancora un peso rilevante».
Proprio il tema occupazionale è stato al centro del discorso di Matteo Renzi, subito dopo la chiusura delle urne. «Siamo dalla parte degli 11mila lavoratori che avrebbero perso il posto se avessero vinto i sì», ha detto il presidente del Consiglio. «Ma per favore, non scherziamo, quella cifra non è verosimile – replica il coordinamento nazionale No Triv – la chiusura delle piattaforme sarebbe stata graduale, la prima tra due anni, l’ultima tra vent’anni. Le piattaforme da smantellare coprono l’1 per cento della produzione nazionale».Intanto sulla pagine Facebook del comitato per il Sì della Sicilia si invita ancora a «denunciare in massa Renzi» per l’appello all’astensione. E si invita a «scaricare l’esposto denuncia già compilato».