Sono oltre mille i catanesi che sono stati impiegati nei seggi per la consultazione popolare sulle trivelle. Mentre ai colleghi di altri Comuni sono già state versate le spettanze per il servizio, gli etnei attendono ancora i mandati di pagamento. «Entro la settimana prossima ci saranno», sostiene Marco Consoli
Referendum, scrutinatori aspettano i pagamenti Il vicesindaco: «Stiamo tentando di fare in fretta»
Sono trascorsi già tre mesi dal referendum popolare sulle trivelle eppure i cittadini catanesi che sono stati sorteggiati per comporre i seggi elettorali del capoluogo non hanno ancora ricevuto le spettanze del servizio. A nominare i residenti etnei è stata la commissione elettorale comunale che si è riunita in seduta pubblica il 21 marzo scorso negli uffici del centro direzionale San Leone di via Alessandro La Marmora. In totale, gli scrutinatori decisi per le 336 sezioni sono stati 1058. «Ho lavorato un giorno in un seggio, mi hanno mandato in una sezione del quartiere di Cibali ma soldi non ne ho ancora visti», racconta un ragazzo che preferisce restare anonimo. Stessa situazione anche per una donna che ha impiegato la domenica del 17 aprile in una sezione elettorale della periferia etnea e non ha ancora ricevuto la paga da parte del Comune di Catania.
A confermare che i pagamenti non sono ancora stati erogati ai cittadini sono fonti vicine agli uffici comunali. I cui centralinisti aggiungono che «non appena le spettanze saranno disponibili, i mandati di pagamento saranno resi pubblici tramite il sito dell’ente». Nel frattempo montano le lamentele degli scrutinatori. Soprattutto perché altri Comuni avrebbero già versato le indennità ai proprio cittadini, tra questi anche Gravina di Catania e Acireale. Mentre Catania è ancora morosa nei confronti dei componenti dei suoi seggi elettorali. Secondo la norma, l’erogazione dei contributi è di competenza statale e varia comunque di Comune in Comune. È difficile che gli enti locali anticipino ai cittadini il denaro prima che lo stesso gli venga girato da Roma, soprattutto in un periodo in cui i bilanci comunali registrano diversi meno davanti ai propri attivi.
L’ammontare del compenso per i cittadini impiegati ai seggi è identico in tutt’Italia, da Aosta a Catania: percepiscono, infatti, circa 104 euro in qualità di scrutinatori e segretari di seggio mentre 130 vanno al presidente. Il tariffario si riferisce esclusivamente ai referendum popolari che prevedono la compilazione di un’unica scheda, come nel caso della consultazione sulle trivelle. «Gli uffici Anagrafe hanno inviato il carteggio relativo ai pagamenti all’incirca 15 giorni fa», interviene il vicesindaco Marco Consoli, che ha anche la delega al Personale.
«Ci tengo a precisare – prosegue Consoli – che i fondi impiegati vengono impegnati dal governo centrale. Dal momento in cui lo Stato li gira al Comune, l’ente territoriale può proseguire con l’iter», aggiunge l’amministratore cittadino. «Complessivamente si tratta di una cifra che oscilla tra 180mila e 200mila euro. Dalla Ragioneria generale mi è stato confermato che si sta lavorando ai mandati di pagamento e verosimilmente – dichiara Consoli – entro questa settimana dovrebbero essere emessi». «Non si tratta di grosse cifre ma parliamo comunque di soldi dovuti ai cittadini e faremo di tutto per fare in fretta», conclude il vicesindaco.