L'episodio è stato segnalato da un lettore su Facebook, in occasione delle gare regionali di atletica leggera di sabato e domenica scorsi. Gli animali si trovavano all'interno degli spogliatoi della struttura. Sono microchippati e sterilizzati ma non essendo aggressivi il canile non può intervenire, nonostante le numerose denunce presentate in questi anni
Randagi “occupano” lo Stadio delle Palme Dai social il tam tam ma non si può intervenire
Da anni alcuni cani randagi stazionano all’interno dello stadio delle Palme ma non si può intervenire, perché nessuna legge prevede la reclusione forzata di animali non aggressivi. Da tempo i responsabili della struttura sportiva hanno effettuato numerose segnalazioni che, tuttavia, fino a oggi sono cadute nel vuoto. Gli animali, infatti, già microchippati e sterilizzati, sono una vecchia conoscenza del canile che in passato se ne è occupato, ma proprio per l’assenza di atteggiamenti aggressivi, non può far nulla. Una presenza, quella dei randagi, sicuramente inopportuna in una struttura sportiva frequentata ogni giorno da cittadini di tutte le età. A denunciare sui social la presenza dei cani è stato il lettore e blogger Sergio Mangiameli, indicandone la presenza anche sabato 19 e domenica 20 settembre, giorno in cui si sono svolte le gare regionali di atletica leggera.
Nel post, rivolgendosi direttamente e pubblicamente al presidente Fabio Pagliara, Mangiameli ha scritto: “Gare regionali di atletica leggera, riconosciute e organizzate dalla Fidal Federazione Italiana di Atletica Leggera, ieri e oggi a Palermo, Stadio della Favorita. Centinaia di ragazzi e ragazze che partecipano, provenienti da tutte le province della Sicilia. I ragazzi vanno nei bagni per cambiarsi prima delle gare e dopo, e cosa trovano, anzi chi? Cani. Randagi che dormono e stazionano indisturbati. Domanda che rivolgo al segretario generale della Fidal Fabio Pagliara, siciliano per vita vissuta a Catania: è normale una situazione del genere che va contro qualsiasi regolamento di fruizione pubblica e di igiene sanitaria, soprattutto verso minori in avviamento allo sport, che si vuole intendere come bandiera di qualità di vita e di rispetto del prossimo?”.
Sul posto, con le gare regionali in corso, non si riscontra la presenza di alcun cane randagio, ma dalla segreteria della struttura sportiva comunale arriva la conferma della loro presenza. «Le segnalazioni sono state fatte a chi di dovere ma non si presenta nessuno – ha raccontato a MeridioNews la responsabile Antonella Mangiapane -. I tre cani “storici” del posto non sono neanche aggressivi, molti corridori e atleti li coccolano e portano loro da mangiare sistemando le ciotole all’esterno, nel parcheggio. Io, benché amante dei cani, devo tutelare gli utenti dello stadio che non li gradiscono. Scrivo dall’anno scorso all’assessorato Igiene e Sanità, anche attraverso Fernanda Ferreri, dirigente ufficio Sport e impianti sportivi». Proprio dalla dirigente Ferreri sono partite le ultime missive indirizzate agli uffici di competenza del Comune di Palermo e del canile di via del Tiro a Segno. «I cani, microchippati e sterilizzati, sono evidentemente passati dal canile municipale che poi li ha rimessi in libertà. Segnaliamo il fenomeno del randagismo da mesi e le ultime mail sono state inviate in aprile e in agosto. Nessuno, però risponde o agisce».
Il canile municipale in questo momento sta fronteggiando un caso di Leptospirosi – malattia trasmessa dal topo ed altamente contagiosa – con la messa in quarantena degli animali, circostanza che impedisce sia l’entrata che l’uscita di cani. Inoltre ci sono degli iter da seguire per il prelievo di un cane dalla strada e la sua permanenza al canile. «Nessuna legge prevede la reclusione forzata di un cane non morsicatore – spiega Alessandra Musso, responsabile associazione Alida Palermo -. Altrimenti il canile sarebbe ancora più sovrappopolato di quanto non sia già. I cani stanziali, già passati dal canile e ritenuti docili e sani dai veterinari dell’Asp, sono riportati nel loro territorio. Le segnalazioni arrivano, è vero, e anche dalle aree vicine agli ospedali e all’ateneo. Ma non sono richieste che possono essere accolte poiché i cani sono censiti, conosciuti e non morsicatori – ha aggiunto -. La maggioranza dei cittadini ha capito che il randagio va nutrito – ha concluso – dissetato e accudito, il 99% dei cani aggredisce solo in difesa, se direttamente provocato».