Nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio, ignoti hanno gettato del liquido nero, contro l’ingresso principale della Chiesa, nota come Anime Sante. I vandali hanno imbrattato i muri esterni lasciando una scritta minacciosa contro il parroco: «Padre Basile kissa e prima e l’urtima». La solidarietà del sindaco Cinque
Raid vandalico in una parrocchia di Bagheria «Atto vile che non può passare inosservato»
Atti vandalici e intimidazioni alla parrocchia di Maria Santissima Immacolata, di Bagheria. Nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio, ignoti hanno gettato del liquido nero, forse olio per auto, contro l’ingresso principale della Chiesa, nota come Anime Sante. I vandali hanno imbrattato i muri esterni lasciando una scritta minacciosa contro il parroco: «Padre Basile kissa e prima e l’urtima». Sulla vicenda indaga la polizia scientifica.
Solidarietà al parroco delle Anime Sante dal sindaco bagherese, Patrizio Cinque, che per domenica 21 gennaio ha organizzato una fiaccolata, dopo la messa delle 18, quale momento di riflessione sull’accaduto. «Don Basile non deve essere lasciato solo, la vicenda lascia senza parole – dichiara il primo cittadino – Il Comune non può e non vuole che questo vile atto passi inosservato, incoraggiamo padre Basile a non desistere. La comunità sana di questa città è con lui».
Nei mesi precedenti, erano già apparse alcune scritte intimidatorie nei confronti del parroco e dei fedeli della Parrocchia. «Padre Basile Giovanni metti la Madonna al suu popsto senno a’ poko vita inticapato kik». La vicenda sembra nascere due anni fa, quando l’allora parroco don Massimiliano Purpura decise di spostare la statua della Madonna, che per molti anni si trovava sull’altare maggiore, in una nicchia laterale, lasciando al suo posto un quadro religioso che rappresenta la deposizione.
Da allora la Madonna è stato oggetto di querelle e ha visto i fedeli dividersi in due schieramenti: pro e contro lo spostamento. È stato persino costituito un comitato denominato Maria Santissima sull’altare maggiore con l’intenzione, appunto, di far tornare la statua sul luogo d’origine. Secondo indiscrezioni, dietro alla volontà di spostare la statua, vi sarebbero ragioni più complesse che riguardano le organizzazioni delle processioni da parte di un gruppo di parrocchiani. Pare che questi ultimi non si siano limitati ad utilizzare i soldi, raccolti dai fedeli, per la sola organizzazione della processione.
Da lì la presa di posizione dell’ex parroco e l’inizio di lettere anonime e minacce nei confronti di quest’ultimo. Con l’arrivo di padre Basile, gli atti intimidatori sono continuati. Sul posto si è recato persino l’arcivescovo Corrado Lorefice giorno 30 novembre.