L'Indagine della squadra mobile è partita grazie a una segnalazione. Gli appostamenti e le microspie hanno confermato quanto avveniva all'interno della struttura. Due donne ai domiciliari, una con obbligo di firma. Guarda il video
Ragusa, spintoni e umiliazioni in una casa di riposo Tre assistenti sanitarie incastrate dalle telecamere
Anziani, alcuni anche malati di Alzheimer, insultati, schiaffeggiati e spintonati. La squadra mobile di Ragusa ha eseguito misure cautelari nei confronti di tre donne – L.D. classe ’78, M.A.R. classe ’56 e F.D. classe ’88 – assistenti sanitarie in una casa di riposo di Ragusa.
Sono accusate di maltrattamenti. Due sono finite agli arresti domiciliari, per la terza, su cui sono stati documentati meno episodi, è scattato l’obbligo di firma in questura. Le indagini della polizia sono partite grazie a una segnalazione in cui si raccontava delle urla, dei pianti e dei lamenti che si sentivano provenire dalla casa di riposo. La squadra mobile ha quindi messo in campo strumenti di indagine con appostamenti, telecamere e microspie.
È emerso che gli anziani chiedevano aiuto per ore senza ricevere assistenza. Sarebbero stati vittime di violenze, schiaffi, strattonamenti, umiliazioni. In un caso una delle donne si sarebbe sdraiata sopra un ospite per impedirgli di alzarsi. E ancora, sono stati registrati umiliazioni, insulti e minacce: testa di m…, animale, capra ed ancora mi fai schifo, puzzi come una bestia, sei pazza, scema, incrasciata; minacce: cambiati o ti prendo a legnate, se non ti lavi ti prendo a schiaffi, muoviti che mi fai schifo o ti do uno schiaffo, io ti ammazzo.
Una donna anziana malata di alzheimer che voleva solo andare in bagno sarebbe stata lasciata nel suo letto e l’indomani mattina sarebbe stata insultata per aver disturbato il sonno di chi doveva
assisterle
. Due delle indagate, commentando tra loro la notte appena trascorsa, avrebbero augurato la morte
della donna perché dava fastidio.
I comportamenti inumani sono stati videoregistrati e pertanto la Procura di
Ragusa diretta da
Fabio D’Anna ha richiesto l’applicazione della misura cautelare a carico
delle indagate, su cui il giudice per le indagini preliminari è stato d’accordo.