Erano una cinquantina i creditori della Ragusa Latte presenti davanti allo stabilimento. Hanno crediti per 6 milioni, derivanti dai mancati pagamenti del latte. Un caso, ribattezzato la Parmalat iblea, che gli allevatori non accettano di risolvere con il concordato. Acceso diverbio col legale della società. Guarda il video
Ragusa, protesta degli allevatori a rischio fallimento Tensione fuori da coop. «Avvocato, ma chi difende?»
Momenti di tensione alla zona industriale di Ragusa. Una parte dei 150 allevatori che vantano 6 milioni di crediti da parte della cooperativa Ragusa Latte, ha protestato davanti alla sede dell’azienda. Situazione tranquilla fino all’arrivo dell’avvocato della coop, Carmelo Di Paola, accusato di non difendere gli interessi degli allevatori nonostante per la causa legale che dovrebbe risolvere la delicata situazione la società paghi 160mila euro, come spiegato dal presidente della società Carmelo La Guardia. La proposta arrivata dalla società è quella di un concordato che permetterebbe di saldare solo il 30 per cento dei debiti. Per molti allevatori si tratta di una soluzione inaccettabile che rischia di mandare sul lastrico molte piccole aziende. Ed è proprio il no al concordato, insieme a tanta rabbia e preoccupazione, che stamani una cinquantina di persone è andata a urlare davanti allo stabilimento della Ragusa Latte. Presente anche il movimento dei Forconi, a cominciare dal leader Mariano Ferro. Alla fine la sede è stata occupata.
«Fermare tutte le attività», è la prima richiesta che viene dagli allevatori. La cooperativa infatti, nonostante un buco finanziario stimato in 15 milioni di euro, sta continuando le operazioni di lavorazione e vendita di latte. Di questa somma, circa 6 milioni riguardano proprio i mancati pagamenti del latte agli allevatori. Un crollo improvviso, iniziato a fine 2013. In quel momento l’azienda avrebbe goduto di ottima salute, con un bilancio attivo di 25 milioni di euro e circa 300 soci, oggi precipitati a 33.
Come si è arrivati a un buco tanto evidente quanto difficile da sanare? La domanda è stata posta al presidente della Ragusa Latte, Carmelo La Guardia, in carica solo dalla scorsa estate, che si è presentato allo stabilimento insieme al legale della coop. «Non so spiegare come si è arrivati a questa situazione – ha ammesso – sarà la Guardia di finanza a dare le dovute risposte». Le Fiamme gialle indagano su disposizione della Procura di Ragusa, ma non si ha ancora alcuna notizia di eventuali iscritti nel registro degli indagati.
La tensione maggiore è scoppiata tra alcuni allevatori e l’avvocato Di Paola. «Io me ne vado e non vi permettete di parlare così», ha detto il legale durante l’acceso confronto con i presenti. Uno di loro ha quindi commentato: «Bella faccia». Parole interpretate come un insulto dal legale che si è fermato per replicare: «Non si permetta di offendere, sono una persona seria». Benzina sul fuoco per gli allevatori che, a questo punto, hanno chiesto polemicamente all’avvocato: «Ma lei chi difende?». Solo l’intervento dei carabinieri che hanno invitato l’avvocato Di Paola ad allontanarsi ha messo fine al diverbio.
Successivamente una settantina di allevatori sono entrati nello stabilimento e hanno dato il via un’assemblea permanente nella sala convegni, annunciando che non se ne andranno fino a quando non riceveranno il pagamento del latte che hanno conferito alla cooperativa negli ultimi anni.