Ragusa dice la sua sul nuovo ordinamento

Alla cortese attenzione del
Prof. Antonio Pioletti
Preside della Facoltà di
Lingue e letterature straniere
e del Prof . Nunzio Zago
Presidente nel Consiglio di Area didattica di
Lingue straniere e mediazione linguistica di
Ragusa.

Con la presente lettera aperta noi studenti della sezione distaccata della Facoltà di Lingue e letteratura straniere di Ragusa intendiamo metterla al corrente delle gravi difficoltà causate dal nuovo sistema universitario.

Ci siamo fermati a riflettere su due parole, “Nuovo Ordinamento”, e abbiamo ripercorso la strada da noi compiuta in questi tre anni. Abbiamo iniziato con tanta grinta e voglia di fare, anche se si trattava di un nuovo modo di vivere l’università, del tutto diverso dal vecchio. Nell’inconsapevolezza più assoluta, abbiamo creduto di essere stati davvero fortunati: finalmente un’università dinamica, veloce ma efficace, concepita sulla base del meccanismo del 3+2 che avrebbe permesso allo studente di sviluppare un notevole numero di competenze e conoscenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro.

I capisaldi del nuovo sistema erano:
– agevolare gli studenti cercando di eliminare la piaga dei  fuori corso;
– accorciare i tempi relativi al conseguimento della laurea;
– debellare la piaga degli abbandoni delle carriere universitarie;
– creare figure professionali specializzate in  settori ben precisi.

Purtroppo tutto questo è rimasto solo teoria, considerato il fatto che già durante il primo anno di vita del nuovo ciclo universitario si è appurato che tale sistema è un totale fallimento. Sono a sostegno di questo assunto le bassissime percentuali di laureati in corso relativi all’anno accademico 2003/2004 delle sedi di Catania e di Ragusa.

Per perseguire l’obiettivo prefissato, cioè velocizzare i tempi di studio, la nuova didattica doveva concentrare le materie in 3 anni con una dovuta riduzione dei programmi rispetto al Vecchio Ordinamento.
Il paradosso è che non solo i programmi in massima parte sono rimasti invariati, come dimostra il fatto che noi studenti del Nuovo Ordinamento seguiamo parecchi corsi con gli studenti del Vecchio, ma sono state inoltre aggiunte nuove discipline.

Il risultato quindi è che uno studente che consegue la laurea di primo livello, dopo aver sostenuto da 26 a 28 esami, con programmi non ridotti, gode di un riconoscimento di gran lunga inferiore rispetto a uno studente laureato con il Vecchio Ordinamento, che ha sostenuto invece 19 esami.

Il numero degli esami da sostenere nei 3 anni risulta essere eccessivo, è un dato di fatto che nessuno degli studenti è stato in grado di sostenere tutti gli esami previsti dal piano di studi per ogni singolo anno.
A ciò si aggiunge una sproporzionata suddivisione dei crediti; è impensabile che una letteratura straniera in Scienze della Mediazione linguistica equivalga a soli 4 crediti a fronte del carico di lavoro previsto.

Esistono inoltre discipline decisamente superflue nel nostro corso di studi: avremmo preferito concentrarci sulle lingue e sulle aree di studio a esse inerenti, piuttosto che perderci ad esempio nello studio di 5 corsi di geografia.
Il sistema dei crediti ha provocato non solo lo svilimento del concetto di studio, riducendolo a una semplice “raccolta a punti” ben calcolata, ma ha innescato la “trappola del ripetente”: condizione in cui si ritrova lo studente se non riesce a raggiungere il numero dei crediti necessario per iscriversi all’anno successivo. Un mancato superamento della condizione di ripetente comporta addirittura la reimmatricolazione.

L’amarezza che ancor più ci affligge è il fatto di sapere che se riusciremo a uscire vincitori da questo “meccanismo infernale”, dinnanzi a noi si apre il vuoto, l’incertezza più assoluta: la laurea specialistica, che per il corso di laurea in Scienze della Mediazione linguistica non è stata neanche concepita.
Purtroppo per chi già è iscritto non si può modificare nulla che riguardi la laurea di primo livello,si può sperare che sarà diverso per coloro che verranno dopo di noi, ma quanto meno vogliamo esporre il nostro disappunto riguardo ai  corsi di specializzazione attivati, ai quali gli studenti di Scienze della Mediazione linguistica potranno accedere solo con un debito formativo. 

La specializzazione non deve consistere nel riproporsi di esami già sostenuti nel triennio e in soli 2 corsi di lingua biennali, ma l’obiettivo deve essere quello di  formare  professionisti competenti  nel settore linguistico: ciò significa che maggiore attenzione deve essere concessa allo studio delle lingue, attraverso laboratori, lavori di traduzione e di  interpretazione, etc, tutte attività atte a fare di noi figure altamente specializzate.
Siamo noi studenti a vivere l’università, ecco perché l’università deve essere fatta a nostra misura. Non vogliamo più essere semplici cavie passive, ma vogliamo costruire la nostra università e spiegare cosa c’è che non va.

Vogliamo soprattutto aiutare chi di competenza a imboccare un nuovo cammino più adatto alle nostre esigenze:
– revisione dei curricula preposti con riduzione forte delle materie per il triennio e  per il biennio;
– rapporto più equilibrato fra materie e crediti;
– maggior concentrazione sulle lingue e sulle aree affini;
– attivazione di un corso di specializzazione mirato per Scienze della Mediazione linguistica.

In conclusione vogliamo non essere  più STUDENTI A VITA e non accettiamo che il nostro titolo di studio venga considerato inferiore rispetto a quello dei laureati del Vecchio Ordinamento.

Dopo aver cercato di illustrare al meglio tutti gli aspetti e le preoccupazioni inerenti il nuovo sistema universitario, invitiamo Voi e il personale docente a organizzare un incontro per aprire un dialogo costruttivo finalizzato al confronto e alla valutazione di  possibili soluzioni al problema.

Sicuri di un Vostro interessamento, Vi ringraziamo anticipatamente.

Cordiali Saluti


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