Continua l’incertezza per i ragazzi di Radio Zammù: la procedura che segue l’assegnazione del nuovo bando ha avuto ieri una nuova tappa con una visita che ha agitato parecchio gli studenti-speaker.
«Ieri mattina sono venute sette persone da uffici differenti dell’Ateneo che hanno fatto l’inventario del materiale appartenente all’Università» racconta Stefania Tringali. «Abbiamo cercato di approfittare dell’occasione per avere qualche notizia, delle rassicurazioni, ma nessuno di loro ci ha detto nulla di ufficiale». Una mezza notizia, però, sono riusciti a strapparla: «Da quanto hanno fatto intendere, la nuova gestione avrà inizio dal primo giugno».
L’indiscrezione che, però, contribuisce a preoccupare maggiormente è il trasferimento della sede di Radio Zammù in uno studio in via Umberto, «lontano dal Monastero dei Benedettini nel quale siamo nati e lontano anche dall’ambiente universitario che ci appartiene e che rappresentiamo» spiegano i ragazzi.
Fino ad ora non si aveva avuto nessuna notizia sull’andamento del bando di gara e quindi – non per nulla sono aspiranti giornalisti – sono andati a cercarla direttamente alle fonti. «Abbiamo contattato diverse emittenti radiofoniche che, secondo le nostre informazioni, avevano partecipato al bando» spiega Roberto Sammito. «Abbiamo così scoperto che il gruppo Rbm si è aggiudicato l’appalto». Ma dal gruppo che gestisce emittenti come Radio Cuore e Radio Fantastica non si è mai presentato nessuno a conoscere chi per più di sei anni ha animato la radio studentesca catanese.
Dall’Ateneo nessuna risposta ufficiale, al momento. L’inventario di ieri fa parte della procedura consueta, è l’unica spiegazione che giunge da Palazzo Centrale. Secondo l’amministrazione, il nuovo bando sarebbe più vantaggioso per Radio Zammù: la gestione didattica dovrà essere garantita e dal punto di vista tecnico verrà aumentata la potenza del segnale, con una maggiore copertura del territorio. Ma, nonostante questi miglioramenti, il Rettore Antonino Recca non ha ancora risposto alla lettera inviata dagli studenti. «Con la delega a un nuovo gestore, che sorte si prospetta per gli studenti che oggi – e alcuni di noi lo hanno fatto per anni – si impegnano per e in nome di Radio Zammù, ricevendo lusinghieri riconoscimenti dentro e fuori l’Ateneo?» chiedono da marzo. Anche la lettera inviata da Gioia Lovison, presidente dell’Associazione operatori radiofonici universitari (Raduni), non ha suscitato reazioni.
«Adesso nessuno sa dirmi cosa dovrò fare il primo giugno. Dove andare, come continuare, se avrò lo stesso gruppo su cui fare affidamento» conclude amaramente Stefania. «Troviamo senza senso disperdere il patrimonio di competenze che in questi sei anni sono maturate all’interno della radio universitaria, credevamo fosse logico coinvolgere l’attuale staff nel nuovo progetto ma non è stato così», scrivono in un nuovo comunicato i ragazzi. «Allo stato attuale Radio Zammù in questa forma e con questi speaker è destinata a fermare le trasmissioni il primo giugno».
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