Quanti sono ancora i Dc a Palermo? Vediamo…

Quanti democratici cristiani sono rimasti a Palermo? Tanti. Non sono tantissimi, certo. Ma tanti sì. Sparsi qua e là tra i partiti. Certo, non sono più i tempi della Grande Dc, quando a Palermo il sindaco veniva eletto dal Consiglio comunale. E quando a Sala delle Lapidi – la sede del Consesso cittadini – sedevano 80 consiglieri comunali. Ed è lontano – ormai a distanza siderale – quel 1990, quando la Dc, con Leoluca Orlando capolista, caso unico della storia della Democrazia cristiana di Palermo, eleggeva 42 consiglieri comunali su 80.

Di quegli anni, volendo, rimane solo Leoluca Orlando, che ormai ci ha abituati ai record. Nel 1990, candidato capolista della Dc al Consiglio comunale, superò di poco i 70 mila voti si preferenza. Un record mai più eguagliato (e che, secondo noi, nei prossimi cento anni non eguaglierà più nessuno, perché raccogliere oltre 70 mila voti da consigliere comunale a Palermo è pazzesco). Lo stesso Orlando, nel novembre del 1993 – ma allora, per la cronaca, non era più nella Dc – verrà eletto sindaco direttamente dal popolo con quasi il 70 per cento dei voti. Un altro record.

Oggi, ancora Orlando, a poco non dà un grande dispiacere a se stesso e al suo partito -Italia dei Valori – sfiorando l’elezione al primo turno. Se fosse stato eletto avremmo assistito a un paradosso: un sindaco eletto a primo turno, in una competizione con una decina di candidati, che non avrebbe preso il premio di maggioranza… Così non è andata. Orlando, per sua fortuna, ha superato di poco il47 per cento dei voti. Se vincerà il ballottaggio – eventualità molto probabile – il suo partito, o meglio, la lista di Italia dei valori si prenderà tutto il premio di maggioranza (a meno che, e noi ce lo auguriamo, la lista Sinistra ed ecologisti per Palermo non raggiunga il 5 per cento in ‘zona Cesarini’).

E i democristiani – tornando al nostro ragionamento iniziale – dove sono finiti? Intanto c’è l’Udc di Casini che va al 7,61 peer cento. Un successo. Poi c’è ‘Amo Palermo’ di Marianna Caronia al 6,26 per cento. Quindi Aleanza di centro e l’Udeur che, insieme, superano di poco l’1 per cento. Poi il Cantiere popolare, ovvero i Popolari per l’Italia di domani dell’ex ministro Saverio Romano, che raggiungono il 6, 17 per cento. Apparantemente è un risultato deludente, soprattutto se si pensa che questo è il partito di Totò Cuffaro. Diventa invece un risultato positivo se si considerano  due elementi. Il primo è che non c’è Cuffaro. Il secondo è che questi voti vanno sommati a quelli della lista di Marianna Caronia. Insieme le due liste vanno al 13 per cento. Non è poco.

Poi troviamo il Movimento Popolare Siciliano del presidente della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, Riccardo Savona. Forse, questo, è un risultato un po’ deludente. Da Savona ci aspettavamo di più.

Tutte queste liste – che hanno una chiara estrazione democristiana – sommate superano il 24 per cento. Nel conto andrebbe pure l’Mpa di Raffaele Lombardo: un 7,5 per cento che noi stiamo considerando fuori. E che, invece, andrebbe aggiunto al nostro ‘conto’, perché Lombardo, più che un autonomista, sembra un democristiano doroteo allo stato puro. Con Lombardo dentro, insomma, l’ipotetico partito della vecchia Dc di Palermo supererebbe il 31 per cento dei consensi.

Stiamo tenendo fuori anche la lista di Fabrizio Ferrandelli (Palermo lista Ferrandelli), che ha raggiunto il 6,21 per cento dei voti. La teniamo fuori perché Ferrandelli – contento lui – ha deciso di allearsi con il Pd. Ma Ferrandelli, per la cronaca, è un cattolico impegnato nel sociale. Che, in condizioni politiche normali potrebbe benissimo stare nella Dc.

Stiamo lasciando fuori anche gli ex democristiani del Pd e i voti democristiani di Pdl e lista Costa. I primi non li contiamo perché si sono quasi ‘estinti’ (ricordiamo che il Pd è al 7 per cento). I secondi perché ormai troppo ‘contaminati’ dal ‘paganesimo’ berlusconiano.

Lasciamo fuori anche Italia dei valori di Orlando. Pur sapendo che non solo Orlando, ma tanti esponenti di questo partito sono cattolici impegnati nel sociale.

Conclusione: a Palermo, sulle ceneri della Seconda Repubblica (anche questa, come la Prima, ce la siamo ormai ‘masticata’), c’è ancora, almeno in chiave teorica, un 38 per cento e forse più di elettorato cattolico e democristiano.

Diranno: questo è un ragionamento da Prima Repubblica. Non si facciano troppe illusioni i ‘modernisti’: perché la riedizione del Partito popolare italiano, prima o poi, vedrà la luce. E allora…


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Quanti democratici cristiani sono rimasti a palermo? tanti. Non sono tantissimi, certo. Ma tanti sì. Sparsi qua e là tra i partiti. Certo, non sono più i tempi della grande dc, quando a palermo il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale. E quando a sala delle lapidi - la sede del consesso cittadini - sedevano 80 consiglieri comunali. Ed è lontano - ormai a distanza siderale - quel 1990, quando la dc, con leoluca orlando capolista, caso unico della storia della democrazia cristiana di palermo, eleggeva 42 consiglieri comunali su 80.

Quanti democratici cristiani sono rimasti a palermo? tanti. Non sono tantissimi, certo. Ma tanti sì. Sparsi qua e là tra i partiti. Certo, non sono più i tempi della grande dc, quando a palermo il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale. E quando a sala delle lapidi - la sede del consesso cittadini - sedevano 80 consiglieri comunali. Ed è lontano - ormai a distanza siderale - quel 1990, quando la dc, con leoluca orlando capolista, caso unico della storia della democrazia cristiana di palermo, eleggeva 42 consiglieri comunali su 80.

Quanti democratici cristiani sono rimasti a palermo? tanti. Non sono tantissimi, certo. Ma tanti sì. Sparsi qua e là tra i partiti. Certo, non sono più i tempi della grande dc, quando a palermo il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale. E quando a sala delle lapidi - la sede del consesso cittadini - sedevano 80 consiglieri comunali. Ed è lontano - ormai a distanza siderale - quel 1990, quando la dc, con leoluca orlando capolista, caso unico della storia della democrazia cristiana di palermo, eleggeva 42 consiglieri comunali su 80.

Quanti democratici cristiani sono rimasti a palermo? tanti. Non sono tantissimi, certo. Ma tanti sì. Sparsi qua e là tra i partiti. Certo, non sono più i tempi della grande dc, quando a palermo il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale. E quando a sala delle lapidi - la sede del consesso cittadini - sedevano 80 consiglieri comunali. Ed è lontano - ormai a distanza siderale - quel 1990, quando la dc, con leoluca orlando capolista, caso unico della storia della democrazia cristiana di palermo, eleggeva 42 consiglieri comunali su 80.

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]