Ecco la classifica dei reparti d'urgenza delle strutture etneo prendendo in considerazione il tempo di permanenza dei pazienti dopo un accesso. Oltre a quello acese alta la percentuale anche al Cannizzaro. Tra i più veloci anche Bronte e Caltagirone
Quali sono i pronto soccorso più lenti del Catanese Maglia nera ad Acireale, fa bene il Garibaldi nuovo
Tra i dieci pronto soccorso più lenti d’Italia c’è quello dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale: numero totale di accessi nell’anno 19.540 per un tempo di permanenza che nel 78 per cento dei casi è di meno di 12 ore, mentre nel restante 12 per cento degli accessi supera le 24 ore. Potrebbe sembrare una percentuale bassa, ma c’è da considerare il fatto che nel resto d’Italia – fatta esclusione per Roma dove risultano i pronto soccorso con la maggior percentuale di pazienti che sono rimasti in ospedale per più di un intero giorno – questo numero quasi mai supera il 10 per cento. Media alla quale si allineano anche gli altri nosocomi di Catania e provincia.
I dati messi insieme dal Sole24Ore, che analizzano i reparti di urgenza di tutti gli ospedali sul territorio nazionale in base al tempo di permanenza dei pazienti, arrivano dal Programma nazionale esiti realizzato da Agenas – un’agenzia pubblica che supporta il sistema nazionale sanitario attraverso analisi e valutazioni – fanno riferimento, all’anno 2016. Gli ultimi numeri disponibili sono, quindi, quelli che mostrano la fotografia della provincia etnea così com’era due anni fa.
Fatta esclusione per l’ospedale acese, quelli più lenti – ma che non superano comunque la media nazionale del 10 per cento – sono il Cannizzaro (41.520 accessi registrati in pronto soccorso nell’anno) e il Garibaldi (43.034 accessi) di Catania. In entrambi, è l’8 per cento del totale a rimanere nel reparto d’urgenza per più di un giorno. Nella parte più bassa della classifica dei pronto soccorso più lenti della provincia etnea c’è anche quello dell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò: dei 18.242 accessi registrati nel 2016, è il 6 per cento ad averci trascorso poi oltre 24 ore. Fa meglio il Vittorio Emanuele di Catania (46.991 accessi) con un 4 per cento di permanenze che superano l’arco di un’intera giornata.
È il 2 per cento, su un totale di 3.978 accessi, a dover rimanere per più di 24 ore nel pronto soccorso dell’ospedale Basso Ragusa di Militello in Val di Catania. Nei reparti di urgenza dei nosocomi Maria Santissima Addolorata di Biancavilla (22.448 accessi), Castiglione Prestianni di Bronte (11.997 accessi) e Gravina e San Pietro di Caltagirone è l’1 per cento a restare nella struttura tutto un giorno. Pari allo zero, invece, la percentuali di permanenze che superano le 24 ore nel pronto soccorso del Nuovo ospedale Garibaldi (11.454 accessi) e del Santo Bambino (6.963 accessi) del capoluogo etneo.
Sulla variazione della percentuale nei diversi ospedali pesano diversi fattori, primo tra tutti l’organizzazione e l’efficienza della struttura. Usare solo il tempo di permanenza dei pazienti come metro di giudizio per valutare un reparto d’urgenza può essere fuorviante. Altro fattore da tenere in considerazione, infatti, è la gravità della patologia per cui viene richiesto l’accesso: più gravi sono e meno dovrebbe sorprendere che i tempi si allunghino. Anche se non sempre i due fattori possono essere correlati in modo diretto: nel caso della struttura acese, per esempio di fronte a un 12 per cento di accessi con permanenza oltre le 24 ore c’è solo un 1 per cento di accessi con triage rosso, che è il più grave. A incidere sono anche la disponibilità dei medici di famiglia o di percorsi di cura alternativi al ricovero, le carenze di personale medico-infermieristico e anche le richieste di esami diagnostici e consulenze.
Nella sezione della piattaforma interattiva da cui è possibile selezione il Comune di cui si vogliono visionare i numeri e i dati, è presente anche Giarre. Cliccandoci sopra, però, non si apre nessun grafico. Non è strano considerando che la struttura di pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro, è stata chiusa alla fine di aprile del 2015. Da quel momento, il comitato cittadino Rivogliamo l’ospedale chiede che venga ripristinato. Era stato l’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta a parlare di una possibile riattivazione del nosocomio nel maggio del 2016, ma poi non ne era seguito nulla di concreto. Di recente, ad annunciare la riapertura è stato l’attuale presidente regionale Nello Musumeci.