Il trio siciliano lancia il disco Nemo Profeta e col primo singolo Li me' paroli ha già ottenuto importanti riconoscimenti. Nelle tracce spazio anche al dialetto ligure e sardo. «Il suono è stimolante e più musicale delle lingue ufficiali», spiegano. Da gennaio tour nell'isola. Guarda il video
Pupi Di Sufaro, il folk del terzo millennio Il dialetto per cercare una forte identità
Il trio siciliano Pupi di Surfaro, composto da Totò Nocera (voce e percusioni); Pietro Amico (batteria) e Peppe Sferrazza (basso), nel suo terzo lavoro discografico dal titolo Nemo Profeta punta alla ricerca del folk del terzo millennio. Reduce dalla vittoria come migliore original band nell’ultima edizione del Tour Music Festival, oltre ad aver portato a casa il premio della critica, la band è già in giro con uno spettacolo in cui musica, teatro e poesia si incontrano
«Siamo partiti dal folk tradizionale, muovendoci però nell’ottica della contaminazione per trovare una forma più contemporanea, più innovativa», spiega Totò Nocera. Una contaminazione anche linguistica, l’85 per cento dei brani contenuti nel disco è in dialetto siciliano, ma c’è spazio anche per quello ligure e sardo senza tralasciare l’italiano e l’inglese.
«Per noi l’uso del dialetto è importante – puntualizza Nocera – perché il suo suono è stimolante e più musicale delle lingue ufficiali». Si sceglie il dialetto per restare legati alle proprie radici. Ne è un esempio il brano Li me’ paroli teso a rivendicare un’identità territoriale e culturale forte, in un’epoca in cui la globalizzazione ci vuole tutti uguali e uniformati.
Nemo Profeta con nove tracce, di cui otto inediti e la cover del Bombarolo di Fabrizio De Andrè, si riconosce in un sound moderno affidato da una parte alla sezione ritmica, che si muove attraverso le frequenze medio-basse e dall’altra alla sezione elettronica curata da Aldo Giordano insieme agli arrangiamenti. Già dal titolo il disco nega l’esistenza di un qualsivoglia profeta, ovvero di chiunque si proclami detentore di una verità assoluta. «Il nostro sound nasce per muovere gli istinti e vuole arrivare dritto allo stomaco – continua Nocera – ognuno è portatore di un pezzettino di verità e solo insieme ci si completa».
Nove pezzi di vita raccontati attraverso gli occhi dei Pupi Di Surfaro, verità parziali ma vissute all’interno di sonorità sui generis che controbilanciano melodia e ritmo. I Pupi sono trasversali e irriducibili ad un unico filone musicale, ma dall’identità così forte da affermarsi in disparati contesti musicali. A ottobre infatti vincono il Premio Andrea Parodi 2016 e a dicembre arrivano finalisti al Premio Fabrizio De Andrè.
La band è già in tour in Sicilia con uno spettacolo che farà tappa il 13 gennaio a Enna, il 14 gennaio a San Cataldo, il 15 gennaio a Palermo, il 17 marzo a Piazza Armerina. Nei mesi successivi il via al tour nazionale.