Un rigore procurato da Gobbi è servito a Nocerino, l'ex di turno, per condannare il Palermo alla sconfitta. Al Tardini un calo di concentrazione, un campo sul quale i rosa non hanno mai vinto in serie A. L'obiettivo dei 50 punti è ancora lontano
Puniti dallo scherzo di un ex Nocerino beffa il Palermo a Parma
Tornata in carreggiata nelle ultime due gare, la macchina rosanero resta nuovamente in panne. Il guasto si è verificato sul campo del fanalino di coda Parma che si è imposto in casa per 1-0 nella 13esima giornata di ritorno grazie al rigore trasformato al 23esimo minuto del primo tempo da Nocerino. Un passo falso tutto sommato indolore tenendo conto che il traguardo principale (la salvezza) è stato ormai archiviato, ma che inaugura nel peggiore dei modi l’ultimo segmento del campionato, rendendo in salita la strada che porta ai 50 punti. Il Palermo visto in campo al Tardini difficilmente riuscirà ad alzare l’asticella e impreziosire una stagione positiva andando al di là dell’obiettivo minimo. La squadra ha accusato un calo di concentrazione e, nonostante le occasioni create nella porzione finale del primo tempo, ha dato la sensazione di non essere sintonizzata sulle frequenze giuste e di non avere quella determinazione con la quale in questo campionato ha ottenuto più di una volta dei risultati importanti.
Al Tardini, dove il Palermo non ha mai vinto in serie A, non è stato sfatato il tabù Parma. Anche i rosanero sono rimasti vittima dell’orgoglio dei ducali che, dopo avere superato Udinese e Juventus, hanno centrato la terza vittoria interna consecutiva, avviandosi con grandissima dignità verso un amaro finale di stagione. Il Parma si congederà presto dalla massima serie al culmine di un campionato molto travagliato ma lo farà a testa alta e senza fare sconti a nessuno. Lo sa bene anche il Palermo, rimasto spiazzato dalla voglia dell’avversario di lasciare il segno e continuare a stupire cercando di non lasciarsi condizionare dalle vicissitudine societarie.
Iachini cercava continuità dopo le ultime due vittorie ma nella gara odierna il tecnico marchigiano è stato tradito dalla sua squadra, mentalmente un po’ scarica e, inconsciamente, distratta dalle voci relative al futuro di tanti giocatori. C’è ancora un presente sul quale focalizzare l’attenzione ma oggi i rosanero non avevano la concentrazione giusta e quell’intensità che avrebbe potuto cambiare l’inerzia di una partita ampiamente alla portata.
Il Palermo si è acceso solo a tratti. Vazquez (pericoloso poco prima dell’intervallo con un sinistro al volo di poco a lato) e Dybala (seguito con attenzione dal tecnico dell’Inter, Mancini, presente in tribuna) non hanno interrotto il loro digiuno dal gol e anche i centrocampisti non hanno saputo sfruttare gli inserimenti senza palla. È stato un passo indietro sotto tutti i punti di vista. Ma l’aspetto che più deve fare riflettere è l’inaffidabilità di un gruppo che alterna troppo spesso buone prestazioni a prove opache e che deve ancora lavorare per acquisire una mentalità vincente. Lo step che, in pratica, serve per compiere il definitivo salto di qualità.
L’ultimo tratto del campionato può essere sfruttato da Iachini per fare qualche esperimento in prospettiva futura e, anche in vista del prossimo impegno infrasettimanale, vedere all’opera alcuni giocatori che finora hanno avuto meno spazio. Vanno letti in quest’ottica gli inserimenti nell’undici titolare del portiere Ujkani al posto del titolare Sorrentino, e di Bolzoni, rispolverato a centrocampo al posto di Rigoni nel ruolo di mezzala destra. In cabina di regia spazio a Maresca, alter ego dello squalificato Jajalo. Nuovi tasselli di un puzzle disegnato con la formula base (il 3-5-1-1), sistema di gioco sul quale ha fatto leva Iachini nelle ultime settimane per acquisire nuovamente delle certezze dopo il periodo negativo coinciso con sei turni senza vittoria.
I due successi di fila contro Udinese e Genoa hanno dato una certa stabilità alla squadra impostata nel segno della continuità dal punto di vista tattico. Le analogie con le ultime gare, però, si riferiscono solo all’aspetto tattico perché sul piano dell’atteggiamento si è visto un Palermo diverso da quello ammirato sia al Friuli che al Barbera contro i liguri. Nelle ultime due partite i rosanero erano entrati in campo con ferocia incanalando il match sui binari giusti nella prima porzione dell’incontro. Al Tardini, invece, il film rosanero ha sviluppato una trama diversa: gli uomini di Iachini hanno avuto un approccio molle e si sono svegliati dopo avere subito al 23esimo il gol dei padroni di casa, a segno con l’ex rosanero Nocerino su un rigore procurato da Gobbi atterrato in area da Rispoli, altro ex di turno. Il Palermo, che poco prima del gol aveva rischiato anche in occasione di una traversa colpita dalla distanza da Coda, è entrato in partita in ritardo e solo nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo è riuscito a creare qualche grattacapo alla retroguardia gialloblu. Una difesa graziata due volte da Chochev e una da Lazaar ipnotizzato dal portiere Mirante.
I rosanero avrebbero, sulla carta, i mezzi e la qualità per riequilibrare il match ma non hanno trovato la chiave giusta. Iachini ha provato a dare una scossa inserendo forze fresche ma, anche a trazione anteriore (in campo Belotti al posto di Bolzoni e successivamente Quaison al posto di Rispoli, ex gialloblu applaudito dal pubblico del Tardini), il Palermo non ha mai impensierito Mirante in maniera concreta. Magra consolazione, anche in ottica futura, l’ingresso in campo nel finale del centrocampista offensivo Bentivegna, entrato al posto di Vazquez. Per il numero 96 rosanero, considerato uno dei classe ’96 più promettenti d’Italia, cinque minuti senza lasciare il segno ma importanti nel curriculum di un ragazzo che, in prospettiva, potrebbe entrare in pianta stabile nella formazione titolare.