L'ex presidente della società partecipata della Città metropolitana di Catania lascia la cella dopo quasi venti giorni. Le manette erano scattate a seguito dell'inchiesta della Procura di Catania. Sarebbe emerso un «un collaudato sistema corruttivo» volto a pilotare appalti pubblici
Pubbliservizi, scarcerazione per Adolfo Messina Ai domiciliari dopo l’inchiesta Cerchio magico
Il tribunale del Riesame di Catania ha accolto il ricorso presentato dai legali di Adolfo Maria Messina, finito in carcere all’inizio del mese con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta Cerchio Magico. Come riporta Live Sicilia, l’ex presidente di Pubbliservizi, società partecipata dell’ex provincia di Catania, è stato dunque posto agli arresti domiciliari. Per la pubblicazione delle motivazioni bisognerà attendere fino a 45 giorni.
Assieme a Messina, presunta punta di diamante di un sistema corruttivo centrato sugli appalti della società da lui guidata fino a dicembre 2016, era finito in carcere il suo collaboratore Alfio Massimo Trombetta. Ai domiciliari, invece, l’imprenditore edile Alfio Giuffrida (classe 1958, amministratore di fatto della società Ma.Gi. srl), Raffaello Giovanni Pedi (classe 1974, responsabile della manutenzione edilizia per la Pubbliservizi), Rosario Simone Reitano (classe 1981) e Santo Nicotra (classe 1973), amministratori della ditte di impianti elettrici Renergy e di ingrosso di materiale elettrico Light and power di San Giovanni La Punta.
Tutti componenti di un presunto «cerchio magico» che sarebbe stato creato per trarre vantaggi economici dagli affidamenti ad alcune aziende compiacenti. Le indagini si erano svolte tra settembre a dicembre 2016. Accertamenti bancari, perquisizioni, analisi dei documenti e intercettazioni avrebbero fatto emergere, secondo la Procura di Catania, «un collaudato sistema corruttivo». I cui benefici si sarebbero concretizzati nei conti correnti di Messina, del collaboratore Trombetta o di loro stretti familiari con «versamenti ingiustificati» per oltre 200mila euro.