Province, la riforma ferma? Crocetta dà le colpe «L’Ars bloccata da volontà di Bianco e Orlando»

Il naufragio della riforma delle Province? Colpa dell’Ars lumaca, che non ha ancora approvato la norma, e dei capricci dei sindaci di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. Ne è convinto il governatore della Regione, Rosario Crocetta, intervenuto questo pomeriggio nel corso di un convegno a Siracusa. Il primo inquilino di palazzo d’Orleans si è poi soffermato a discutere con i dipendenti della ex Provincia aretusea, a proposito della legge di riordino dei Liberi Consorzi di Comuni, annunciata proprio da Crocetta tre anni fa dal salotto di Massimo Giletti, ma che non ha ancora visto la luce.

Crocetta ha subito precisato di condividere le ragioni della protesta dei dipendenti provinciali: «Da Roma – ha detto il governatore – sapete cosa ci dicono? Se la Regione Siciliana non completa la legge sulle Province, noi non daremo alle province Siciliane nessun trasferimento».

Ed ecco la ricostruzione di Crocetta: «Il governo ha presentato la legge? C’è stata un’impugnativa di alcuni articoli. Il governo regionale ha raccolto l’impugnativa, dopo di che l’ha mandata all’Ars». Eccolo lì, il responsabile: l’Assemblea Regionale Siciliana. A questo punto Crocetta fa di più: salta la barricata e si siede dal lato della protesta. «Noi – dice rivolto ai lavoratori – dobbiamo chiedere al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana di mettere ai voti questa legge e al parlamento velocemente di approvarla».

«Anzi – sottolinea -, io mi auguro che su questo ci sia persino una mobilitazione straordinaria dei lavoratori delle province, perché non se ne può più. Perché noi non possiamo bloccare una legge solo sulla base del fatto che c’è il sindaco di Catania e il sindaco di Palermo che vogliono che automaticamente sia eletto come sindaco metropolitano il sindaco del capoluogo».

Sarebbe un male, si chiede allora Crocetta, se passassero attraverso la democrazia e fossero eletti dai loro colleghi sindaci? Insomma, la responsabilità dell’eterna riforma mancata, in fondo, sarebbe di Bianco e Orlando. «Io penso – prosegue il governatore – che dovrebbero essere pure contenti di prendere eventualmente i voti degli altri sindaci».

Ad ogni modo, la garanzia di Crocetta è chiara: «Il governo vi starà vicino. Abbiamo incrementato quest’anno le risorse da trasferire alle Province proprio per avere meno problemi». E alla fine avverte: «Se entro un mese o due non si approva finalmente questa legge, io convoco i comizi elettorali nei consorzi dicendo via libera ai sindaci e faccio un atto di protesta».

Miriam Di Peri

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