Osazee Lucki e Aghasomawan Smart sono stati arrestati per i reati di reclutamento e induzione al meretricio. Gli uomini avrebbero approfittato «della disperazione» di una giovane originaria dell'Africa per inserirla in un circuito di vendita del proprio corpo. «Continuiamo a indagare», dice la pm Lina Trovato
Prostituzione, fermati due reclutatori di nigeriane «Sfruttatori pagavano viaggio a vittima dall’Africa»
«È una brutta storia in cui due aguzzini facevano leva sulla povertà e l’ignoranza di alcune ragazze nigeriane allo scopo di indurle alla prostituzione». A tracciare il quadro dell’operazione della Direzione distrettuale antimafia che ha portato al fermo di due cittadini nigeriani – uno trapiantato a Catania e l’altro a Cagliari – è il colonnello dei carabinieri Francesco Gargaro. Osazee Lucki e Aghasomawan Smart sono stati fermati per il reclutamento di una ragazza originaria della Nigeria allo scopo di avviarla alla prostituzione dietro minacce fisiche e psicologiche, e riti esoterici di vario tipo, su tutti quello voodoo. La complessa attività investigativa, coordinata dalla procura etnea, ha inferto un colpo importante agli illeciti del duo che aveva un ruolo di vertice nella tratta di esseri umani in Sicilia e in Sardegna. I militari, grazie a indagini avviate lo scorso anno, sono riusciti a intervenire «prima che una ragazza africana, che poi ha collaborato raccontandoci i dettagli dell’intero iter, venisse iniziata al meretricio», spiega Gargaro.
La giovane donna (maggiorenne) il 14 aprile era sbarcata clandestinamente al porto di Augusta e già il venerdì successivo sarebbe stata consegnata al suo aguzzino, Osazee. Nel mezzo un «percorso di disperazione, iniziato nel suo Paese d’origine». «In Nigeria era finita nelle mani di una madame, una collaboratrice della rete internazionale, che aveva pagato il suo trasferimento in Libia. Lì era stata sistemata in hub insieme ad altre ragazze con le quali condivideva il futuro destino da prostituta», entra nei dettagli dell’iter il colonnello dei carabinieri. Riuscita a scappare da lì fidandosi di Osazee, l’uomo l’avrebbe fatta giungere ad Augusta su un barcone, anticipandole il costo del viaggio della speranza, circa duemila e 500 euro. Una volta arrivata nel comune del Siracusano, sarebbe stata trasferita nel centro di accoglienza di Selargius, in provincia di Cagliari. Fuggita da quella struttura, stavolta grazie a Aghasomawan, sarebbe stata inviata a Catania dal suo complice. Quest’ultimo era sul punto di iniziarla alla prostituzione, facendo leva sul presunto debito della ragazza nei confronti dell’organizzazione criminale per i costi dei vari trasferimenti, più o meno 40mila euro.
«È in quel momento che siamo intervenuti», sottolinea la magistrata Lia Trovato. «Grazie alle dichiarazioni della donna abbiamo ricostruito i tragitti e fermato i responsabili», continua la pm. Che precisa come la vittima adesso si trovi sotto protezione in una struttura del Nord della Sicilia. «Le indagini non si fermano all’operazione odierna perché il fenomeno è in esplosione. L’ottanta per cento della popolazione nigeriana vive al di sotto della soglia minima di povertà in uno stato di ignoranza che fa proliferare attività di questo tipo», aggiunge Trovato. Plauso alle forze dell’ordine da parte del procuratore Michelangelo Patanè. «Non abbandoniamo le persone in difficoltà che per gli aguzzini sono galline dalle uova d’oro. L’attività della procura su questo fronte rimane costante», conclude. A Osazee è già stato convalidato il fermo da parte del Gip e pare che l’uomo abbia ammesso agli inquirenti di avere introdotto e indotto alla prostituzione altre ragazze.