In manette sono finiti Ilcho Dumev e Valyo Ramadanov. Quest'ultimo nel 2013 aveva accompagnato la vittima in Sicilia con la promessa di un posto di lavoro, mai ottenuto. La giovane era costretta a prostituirsi nella zona della stazione centrale etnea. Dopo la denuncia sono stati rintracciati entrambi gli sfruttatori
Prostituzione: bulgari sfruttavano connazionale Donna picchiata per versare metà dell’incasso
Costringevano una giovane connazionale a prostituirsi per le strade di Catania. Sono due i cittadini bulgari fermati dalla polizia. Si tratta di Ilcho Dumev, di 25 anni, e Valyo Ramadanov di 37 (nella foto, ndr). Le indagini sono state avviate durante un servizio di controllo nella zona della stazione centrale nel corso del quale una donna ha denunciato agli agenti di essere vittima dei due uomini. Irina (nome di fantasia, ndr), ha spiegato di essere arrivata in Sicilia insieme a Ramadanov nel 2013, con la promessa di un lavoro mai ottenuto. In breve tempo è stata costretta a prostituirsi con la complicità di Dumev, che avrebbe assunto il ruolo di guardiano.
Il venticinquenne le avrebbe impedito di allontanarsi dalla città imponendole di versare metà dell’incasso della giornata che in alcuni casi le sarebbe stato sottratto con la forza. Il provvedimento di fermo è scattato lo scorso dicembre ma Ramadanov era irreperibile. Lo sfruttatore è stato rintracciato ieri dalla polizia che lo ha condotto in carcere. Sempre nell’ambito di un servizio controllo dello sfruttamento della prostituzione a fine marzo si è conclusa l’operazione Mummy. La procura di Catania aveva disposto il fermo nei confronti di cinque nigeriani accusati di associazione a delinquere e tratta di persone. Il gruppo avrebbe costretto alcune connazionali, tra le quali diverse minorenni, a prostituirsi lungo la strada Catania-Gela. Anche in questo caso tutto è partito dalla denuncia di una delle vittime.