Promemoria per nuovi sbadati.

Il giorno dopo lo scrutinio elettorale.
“The day After!” suona come un avvertimento proveniente da un galassia estranea, le trombe dell’apocalisse annunciano trionfanti la sentenza definitivamente opinabile su chi andrà in paradiso e chi andrà ad ingolfare l’ennesima “black list” dei malfunzionanti e perdenti. Ci sarà un tizio, non importa il sesso, non importa l’età, non importa il colore dei capelli,  che in questa nuova alba per l’umanità, si sveglierà con la convinzione, radicata e sana, che l’unica preoccupazione per i prossimi minuti sia la campale scelta tra latte e cereali o yogurt alla fragola. Accenderà la tele e ,come ogni mattina, guarderà oroscopo e previsioni del tempo, giusto per non rischiare di rovinare le scarpe nuove per un acquazzone imprevisto o per uno “scivoloso” colpo di fortuna. Al posto del baffuto colonnello dell’Aeronautica civile però prenderà forma il volto ansioso di un giornalista, troppo teso perché le notizie che dovrà comunicare potrebbero avere  un peso determinante sulle sue future possibilità di perfezionamento estetico. Dirà che l’esito della battaglia elettorale si giocherà sul filo delle ultime schede, i distacchi non sono stati mai così bassi,  e anche il solo voto dell’ultimo degli indecisi potrà essere determinante ai fini dell’elezione del prossimo governo. Si guarderà attorno il tizio e vedrà, sepolta sotto gli innumerevoli volantini pubblicizzanti partiti politici e offerte sui salumi, la sua scheda elettorale, andrà a guardare l’apposito riquadro e noterà che non lo ha mai fatto timbrare, tanto c’è sempre il vicino che ha le sue stesse idee, anche il portinaio, il professore, la figlia del benzinaio, chi se ne frega, salirà comunque chi deve salire. Il volto del giornalista è sempre più teso:“Per una percentuale che si può assimilare alla prevalenza di mezzo voto… il nuovo governo andrà a….”
“Non è possibile!” dirà il nostro tizio, “perché?“ si chiederà, e si pizzicherà per rendersi conto del suo stato di coscienza,  e forse si risveglierà dal nefasto incubo.
Ma vi siete mai chiesti quante volte la realtà si sia avvicinata al più ridicolo dei vostri sogni strambi?

Gianni Raniolo

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