Prom night alla catanese

Ci sono giovani cresciuti col mito del ballo di fine anno al liceo. Giovani che si commuovevano quando Brenda e Brendon, in Beverly Hills 90210, uscivano di casa tirati a lucido, ricoperti di brillantina che neanche in Grease. Ci sono giovani che, guardando Dawson’s Creek, si chiedevano perché la povera Jen dovesse andare alla festa con Jack, che era pure gay, e non con Dawson o con Peacy, che stavano là a litigare per Joey, il personaggio femminile più noioso della storia dei telefilm adolescenziali.

Con queste premesse, i giovani di cui sopra dovrebbero essere cresciuti parzialmente lobotomizzati, con un pessimo gusto nel vestire e convinti che attaccarsi una pianta di geranio al polso sia fine e di classe.

Avevamo creduto di esserci salvati da questo scempio, ma probabilmente abbiamo festeggiato in anticipo, prima che fosse detta l’ultima parola. Perché venerdì, al padiglione CUS della Cittadella Universitaria, l’Ateneo catanese darà il via al primo Gran Ballo di fine anno, in collaborazione con il CASR, il CUS e i rappresentanti degli studenti, e con il patrocinio del Comune di Catania.

Un evento di indubbio interesse culturale, una festa nel vero senso della parola, con tanto di «elezione di Re e Reginetta del ballo, fotografo per almanacco, braccialetto floreale per coppia», elementi che contribuiranno a rendere la serata «magica».

La descrizione dell’evento, su Facebook, dice proprio questo, anche se in una maniera un filino più sgrammaticata, aggiungendo che l’eleganza è necessaria, e che, chiunque volesse, ha la possibilità di arrivare in limousine.

Come i protagonisti di The O.C., avete presente?

Vincenzo Villari, che figura come uno degli amministratori dell’evento su internet, ha commentato sottolineando la valenza simbolica di una manifestazione come il Gran Ballo: «I balli sono fatti per sognare, perché esistono re e reginette, un palco e una corona».

Evidentemente non sono d’accordo con lui gli oltre tremila invitati che, su Facebook, hanno ufficialmente rifiutato di prendere parte alla festa, e le decine di utenti che hanno evidenziato alcune incongruenze, tipo i costi sostenuti dall’Università per una serata di questo tipo. A chi sbotta dicendo che «siamo all’università e non al Manteca» e che «dovremmo pretendere attività che stimolino la nostra cultura, come i cineforum o gli spettacoli teatrali» ha risposto puntuale un altro degli amministratori, Oriana Scannella, affermando: «Come a me non piace andare a teatro, non prendo parte a quella attività e non la critico, tu e tutti quelli che la pensano come te farebbero bene a fare lo stesso».

Polemiche a parte, venerdì sera la festa si farà. Per entrare, rigorosamente in abito da sera, basta presentarsi con un libretto universitario per coppia e lo spirito di chi ha intenzione di godersi l’americanata che ci mancava e di cui si sentiva il bisogno.

Luisa Santangelo

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