Si moltiplicano le iniziative in favore di Maria Rosaria Dell'Aria, l'insegnante rea di non aver vigilato sull’attività degli alunni che in alcune slide hanno paragonato il decreto Salvini alle leggi razziali, dividendo anche il dibattito pubblico: «Questa non è una una questione su cui sinistra e destra dovrebbero dividersi»
Prof sospesa, si mobilitano studenti e docenti Appello dei sindacati: «Bussetti ritiri sanzione»
«Siamo scesi in piazza per manifestare contro l’assurdità di un provvedimento che ha tutto il sapore di una censura e intimidazione. Una concezione dell’insegnamento che è il contrario di ciò che prevedono i nostri principi costituzionali». Non accenna a scemare il polverone scatenato dal caso dell’insegnante Maria Rosaria Dell’Aria sospesa per non aver vigilato sull’attività dei suoi studenti che in alcune slide hanno paragonato il decreto sicurezza di Matteo Salvini alle leggi razziali fasciste. Il caso è venuto a galla ieri e, nel giro di 24 ore, le iniziative in suo favore si sono moltiplicate, così come i messaggi di solidarietà. Stamattina è stata la volta dei Cobas con un presidio in piazza Castelnuovo, inizialmente previsto contro la regionalizzazione della scuola, poi in sostegno della collega con la richiesta di ritirare un provvedimento «così abnorme», come rivela l’insegnante Roberto Alessi.
«Non credo possa esserci nel nostro stato democratico una forza politica in grado di concepire la scuola come un luogo dove gli insegnati censurano la libera espressione o non affrontano questioni che riguardano l’attualità – prosegue Alessi – Parlare di politica non significa fare politica ma essere cittadini». Una vicenda, tuttavia, che ha avuto l’effetto di polarizzare il dibattito pubblico anche sul piano politico: «Questa non è una una questione su cui sinistra e destra dovrebbero dividersi – sottolinea – La libertà di insegnamento, percorsi di formazione che creino la capacità di analisi critica dei ragazzi per favorire la libera espressione su questioni che riguardano vicende della nostra storia, dovrebbe stare a cuore a tutti a prescindere dallo schieramento politico».
Oggi pomeriggio saranno proprio gli studenti a scendere in piazza: alle 16 è previsto un sit-in davanti alla Prefettura mentre alle 17, davanti all’Iti Vittorio Emanuele III, è in programma anche un presidio unitario di solidarietà in difesa della scuola e della Costituzione. Gli studenti delle scuole palermitane, infatti, si raduneranno in via Cavour, per chiedere «l’immediata revoca del provvedimento disciplinare e per manifestare il proprio dissenso contro le continue intimidazioni a studenti e professori inflitte dal governo Salvini», si legge in una nota del comitato studentesco: «Ciò che è avvenuto a Palermo – spiega la nota – è sintomatico della situazione politica del Paese: è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Per queste ragioni noi, studenti delle scuole palermitane, invitiamo i nostri compagni e amici, le associazioni, i sindacati e i partiti, tutti i cittadini sinceramente democratici a manifestare davanti alla prefettura per pretendere l’immediata revoca del provvedimento».
Poco dopo, in via Duca della Verdura, si terrà anche il presidio unitario di Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Rua, Gilda Unams, Snals: «La Flc e la Cgil, unitamente alla Flc nazionale e alla Cgi nazionale, danno piena solidarietà alla professoressa Dell’Aria e condannano i troppi episodi simili che stanno avvenendo in altre scuole del Paese e che stanno provocando un inaccettabile clima intimidatorio – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario Flc Cgil Franca Giannola – Cgil e Flc chiedono la revoca immediata della sanzione, il rispetto della Costituzione, e si impegnano a indire ulteriori forme di mobilitazione e di lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, la libertà di parola, il diritto di insegnamento e di apprendimento e gli spazi di democrazia in tutti i luoghi di lavoro, della conoscenza e della cultura». Nell’esprimere la solidarietà alla collega, alla scuola e ai ragazzi, la FLC CGIL Nazionale, insieme alla FLC e alla CGIL del capoluogo, ha chiesto inoltre l’intervento del ministro Bussetti «per l’immediato ritiro della sanzione».
Nel frattempo, l’Usb ha lanciato una petizione in sostegno della insegnante che ha già raccolto oltre 25 mila firme e che saranno consegnate simbolicamente al prefetto durante il presidio di solidarietà: «In nessuna parte del contratto scuola, in particolare quando si definisce la funzione docente e la responsabilità disciplinare, troviamo tra i motivi di sanzione la mancata censura dei propri studenti – evidenzia Luigi Del Prete dell’esecutivo nazionale USB Scuola – È ormai evidente e palese che la decisione degli ispettori del provveditorato è esclusivamente di natura politica. Chiediamo al Ministro l’immediata verifica dell’azione ispettiva, che ha portato alla grave sanzione nei confronti della professoressa e allo stesso Provveditore di annullare la sanzione, perché nessun codice deontologico o disciplinare è stato violato».