Un organico con un'età media di oltre 54 anni, pochi fondi per il lavoro straordinario, locali insufficienti. «Finora non mi avete mai sentito fare lamentele», afferma il procuratore capo Giovanni Salvi, ma la struttura vive un momento di difficoltà. «Siamo arrivati al limite». Eppure non mancano i dati positivi: maggiore informatizzazione, pendenze ridotte e miglioramento delle condizioni detentive nel carcere di piazza Lanza
Procura, bilancio 2012 tra luci e ombre Salvi: «Uomini e mezzi, siamo al limite»
«Finora non mi avete mai sentito fare lamentele». Oggi, però, il procuratore capo Giovanni Salvi qualche dato negativo, assieme ai successi finora ottenuti, lo snocciola nel corso di una conferenza stampa convocata per presentare i dati relativi all’attività della procura nel secondo semestre del 2012. Un ritratto in chiaroscuro. «La situazione – spiega Salvi – di giorno in giorno diventa più difficile». Un organico insufficiente, con un età media di oltre 54 anni, che non viene rinnovato. Pochi i fondi per il lavoro straordinario e polizia giudiziaria senza supporto organizzativo. Anche se dal Ministero arrivano notizie confortanti circa la previsione di un aumento delle forze, «siamo arrivati al limite, è bene che la città lo sappia». E’ tempo di far conoscere il volto reale della struttura che Salvi guida da un anno e mezzo, «non posso esimermi», afferma chiaramente il procuratore.
Si inizia con l’annosa questione dei locali insufficienti. Sparsi tra undici sedi, ogni anno vengono pagati canoni che potrebbero essere risparmiati e dirottati sul mantenimento di immobili pubblici non sfruttati. La situazione è definita «intollerabile», anche se qualche miglioria è già stata apportata nel corso degli ultimi mesi. Sono stati recuperati alcuni spazi all’interno del palazzo di giustizia, alcuni dei quali nei sotterranei, che potranno ospitare l’immensa mole cartacea sparsa tra i corridoi. Inoltre, al piano terra verrà a breve allestito uno sportello unico in grado di ricevere avvocati, forze di polizia e il pubblico che ogni giorno si riversano nell’edificio di piazza Verga.
Sul fronte del lavoro di smaltimento delle pendenze, Salvi presenta un quadro piuttosto positivo. La «filiera», come definisce l’insieme degli uffici che accoglie e smista tutti i procedimenti, funziona con un buon ritmo. L’unico dato che segna numeri negativi è quello relativo ai reati di competenza dei giudici di pace, ma si tratta di una situazione che secondo le stime del procuratore sarà riportata alla normalità entro i prossimi sei mesi. Sono 45 i magistrati dipendenti dalla sede catanese, ma quelli disponibili sono solo 40. Di questi, undici sono destinati alla Direzione distrettuale antimafia che rimane così sempre coperta. «E’ stato riorganizzato il gruppo che si occupa delle estorsioni – spiega Salvi – C’è un magistrato per ogni area di riferimento che ha sempre il polso della situazione». Nel caso in cui la sua competenza si incroci con quella della Dda, non si verificano più interruzioni e passaggi di consegne, ma la struttura antimafia funge da coordinamento del caso specifico.
Migliora l’informatizzazione, sia sul versante delle indagini (con una stretta collaborazione soprattutto con l’Inps) che su quello delle segreterie. E’ entrato in funzione il servizio telematico che permette di conoscere eventuali procedimenti in fase di indagine. Gli avvocati potranno ricevere attraverso posta elettronica certificata i documenti, i cittadini potranno prenotarli via web e recarsi in tribunale solo per ritirarli. Lo stesso sistema verrà al più presto esteso per i certificati di chiusa inchiesta e per le informazioni riguardanti gli incidenti stradali. Grazie alla rinegoziazione del contratto nazionale, si riducono i costi delle intercettazioni ambientali e telefoniche. Il risparmio stimato è di un milione di euro, il 50 per cento.
Ma il risultato per il quale Salvi esprime maggiore orgoglio è quello relativo al miglioramento delle condizioni detentive. Se per il carcere di Bicocca non ci sono mai stati particolari problemi, a destare preoccupazione è sempre stata quella di piazza Lanza. Il reparto più degradato – il settore Nicito, riservato ai detenuti in isolamento – è stato chiuso. Al suo posto ne è stato creato uno nuovo. Un’ala attualmente dismessa è in ristrutturazione e a breve servirà per sistemare in maniera migliore chi si trova rinchiuso. Tra un mese, inoltre, verrà inaugurato il reparto detentivo all’interno dell’ospedale Cannizzaro. Diminuiranno i disagi per i pazienti e per i detenuti e si abbatteranno i costi dovuti al piantonamento. Previsti otto-dieci posti letto, due dei quali riservati ai detenuti in regime di massima sicurezza.