Il presidente della corte ha accolto la richiesta avanzata la scorsa settimana dai magistrati e ha predisposto un cambio di collegio dovuto a incompatibilità. In settimana, intanto, i periti di parte realizzeranno al Pagliarelli un confronto fra la voce del detenuto e le intercettazioni del trafficante Mered
Processo Mered, continuano i rinvii Concesso alla difesa il saggio fonico
Anche oggi nulla di fatto: il processo al presunto trafficante di esseri umani, Medhanie Yedhego Mered, estradato a giugno in Italia e attualmente detenuto al carcere Pagliarelli, continua a essere rimandato. La scorsa settimana, infatti, il pm Geri Ferrara aveva sollevato il problema di una incompatibilità di fondo: uno dei giudici a latere, Sergio Ziino, aveva ricoperto il ruolo di gip durante la fase preliminare, quando ancora il procedimento era contro ignoti. È stato lui, inoltre, a emettere i decreti di intercettazione. Oggi il presidente della corte ha accolto la richiesta avanzata dai magistrati, predisponendo un cambio di collegio.
Fra le richeste del pm, inoltre, ci sarebbe anche quella di riunire il procedimento contro il presunto Mered con un altro per il quale necessiterà «lo stesso accertamento probatorio, utile ai fini di evitare un aggravio economico e anche di tempo». Non è d’accordo Michele Calantropo, legale del presunto trafficante, che sin dall’inizio delle indagini si batte per dimostrare che il suo cliente sia in realtà Medhanie Tesfamarian Berhe, vittima di uno scambio di persona. Ragione per cui, sempre secondo il legale, sarebbe un errore accorpare la sua vicenda giudiziaria a quella di altri, essendo estraneo ai fatti. «Si sarebbe dovuto accertare prima l’identità del detenuto, e solo in un secondo momento procedere eventualmente con un’archiviazione o un rinvio a giudizio», sostiene da tempo Calantropo.
Il difensore proprio oggi ha depositato una memoria scritta, nella quale elenca le ragioni per le quali secondo lui non ci sarebbe alcuna incompatibilità del giudice a latere Ziino. Circostanza che invece si verificherebbe qualora questo procedimento venisse accorpato a quello di altri soggetti imputati per lo stesso tipo di reato. «Si rischierebbe di aggravare e ampliare la situazione del mio cliente», spiega Calantropo, al quale nei giorni scorsi è stato concesso di effettuare un saggio fonico all’interno del Pagliarelli: in settimana, infatti, insieme ai consulenti di parte verrà realizzato un confronto fra la voce dell’uomo in carcere e quella delle intercettazioni con la voce del trafficante Mered. Confronto al quale i magistrati si sono opposti, malgrado l’invito della difesa a prenderne parte con i propri periti.