La difesa del figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, ha chiesto di potere ascoltare anche il presidente del Senato Piero Grasso, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Roberto Maroni e Massimo D'Alema. Il pm Luciani si è opposto
Processo Ciancimino per calunnia Chiesto esame di Grasso e Berlusconi
Il presidente del Senato Piero Grasso, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Roberto Maroni, Massimo D’Alema. Sono alcuni dei testi che la difesa di Massimo Ciancimino ha chiesto di potere ascoltare al processo che vede imputato il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo accusato, davanti al giudice di Caltanissetta, di calunnia ai danni del funzionario del Sisde Lorenzo Narracci e dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Il pm Stefano Luciani si è opposto all’esame dei testimoni indicati dai legali, ritenendoli non pertinenti all’oggetto del dibattimento.
Stesso discorso l’accusa ha fatto per l’ex pm Antonio Ingroia, anche lui citato dai difensori. Grasso e Ingroia dovrebbero deporre sul presunto conflitto tra le Procure di Caltanissetta e Palermo sulla “gestione” delle dichiarazioni di Ciancimino sulla trattativa Stato-mafia. Ciancimino è finito sotto processo per avere accusato Narracci e De Gennaro di avere fornito informazioni riservate al padre e risponde anche di rivelazione di segreti d’ufficio per avere rivelato ad alcuni giornalisti dettagli sugli interrogatori resi davanti ai magistrati nisseni che indagavano sulle stragi del ’92 e su cui era stato posto il segreto istruttorio. Il giudice deciderà sull’ammissione dei testi alla prossima udienza fissata per il 13 aprile. Il magistrato ha inoltre respinto la richiesta, avanzata sempre dalla difesa dell’imputato, di spostare a Bologna il processo.
Nel capoluogo emiliano Ciancimino è accusato di calunnia nei confronti del funzionario dei servizi segreti Rosario Piraino. Il figlio dell’ex sindaco dichiarò che Piraino lo avrebbe minacciato per convincerlo a ritrattare alcune dichiarazioni su personaggi delle istituzioni e su esponenti mafiosi coinvolti nella vicenda della trattativa Stato-mafia