L'associazione Isola Quassùd si è aggiudicata la vittoria del bando MigrArti per il secondo anno consecutivo con un progetto diretto dalla regista Emanuela Pistone, che a MeridioNews svela alcuni dettagli del lavoro. Tra recitazione, scrittura, incontri interculturali e uno spettacolo teatrale in scena a giugno
Pro/fundus, progetto di teatro per giovani e migranti «Nuovi metodi per raccontare e decifrare la realtà»
Un programma che da aprile a luglio coinvolgerà giovani, migranti, artisti, mediatori culturali e scuole attraverso un ampio ventaglio di attività legate principalmente al teatro ma anche alla narrativa, all’arte e alla poesia: Pro/fundus, storie di un altro mondo è il progetto vincitore della sezione spettacolo del bando MigraArti 2017, proposto dall’associazione catanese Isola Quassùd. Ideato e diretto dalla regista e attrice etnea Emanuela Pistone, il progetto utilizzerà il teatro come punto di partenza per realizzare quella che la professionista definisce un’idea utopistica: «Sensibilizzare, educare al rispetto per la vita e soprattutto raccontare nuove storie, come quelle individuali, utili a fare tornare in vita ciò che è morto in mare, non solo le persone ma anche la natura», spiega Pistone. «Le attività previste hanno come scopo finale quello di imparare a spogliarci delle categorie di pensiero che conosciamo e trovare nuovi modi per decifrare e raccontare la realtà, perché quelli vecchi sono scaduti. Pro/fundus è un percorso che parte dalle profondità degli abissi marini e delle tragedie che essi custodiscono fino ad arrivare al cielo stellato in una strada di rinascita e ricostruzione».
Il progetto si articola in più fasi e momenti. Si parte da un concorso narrativo, Favole dal profondo, che prevede otto incontri in scuole medie e superiori, Sprar e comunità e che, presentando come fonte di stimolo il lavoro di Jason De Caires Taylor – lo scultore inglese famoso per le sue statue subacquee -, proporrà a studenti e migranti di realizzare delle brevi storie che abbiano come tema la rinascita. Ci saranno anche degli appuntamenti aperti al pubblico, I racconti del tè, durante i quali verranno celebrati i riti del tè e del caffè e verranno narrate storie e leggende tradizionali dell’Europa e dell’Africa, come il mito siciliano di Colapesce e quello africano delle sirene Mami Wata. Ci sarà poi un laboratorio interdisciplinare di teatro, Storie di un altro mondo, diretto da Emanuela Pistone in collaborazione con professionisti siciliani, tra i quali la mediatrice culturale Nawal Soufi e il pittore siracusano Sergio Fiorentino. Sono previsti anche dei workshop di narrazione, scenografia ed espressione corporea.
«Tutte queste attività confluiranno nella creazione di uno spettacolo teatrale conclusivo, che verrà messo in scena a Scenario Pubblico il 28, 29 e 30 giugno», aggiunge Pistone, che racconta a MeridioNews da dove sia venuta l’idea di dedicarsi a un progetto tanto vasto e variegato: «Sicuramente ha a che fare con l’esuberanza del mio temperamento ma anche perché, grazie ai finanziamenti del bando, abbiamo avuto modo di realizzare le tante cose che avevamo in cantiere e che il progetto ci dà modo di mettere in piedi. Ma l’intento è di portarle avanti anche dopo: ad esempio, il concorso di idee nelle scuole ha avuto una risposta talmente forte da parte di insegnanti e studenti che pensiamo di riproporlo prossimamente. I fondi ovviamente sono indispensabili per poter poter riconoscere la professionalità di chi ci sta lavorando su con tanto impegno».
Tra i mediatori culturali che prenderanno parte al progetto c’è anche il musicista tunisino Ramzi Harrabi, che a MeridioNews spiega come le attività di Pro/fundus siano «una sorta di teatro cooperativo in cui il risultato finale non sarà presentato da una sola persona ma da tutto il gruppo, e il rapporto tra docenti e allievi sarà orizzontale, metterà tutti allo stesso livello. Ci saranno workshop musicali, di canto, di pittura e di scultura e tutte le creazioni verranno messe insieme, come i pezzi di un puzzle. L’arte è una terapia per sé stessi e un mezzo per interagire con gli altri. Spero che questo progetto abbia un vasto impatto sociale, su quante più persone possibili».