Circa dieci giorni fa contro la Parmonval, il centrocampista avrebbe potuto involarsi verso la porta avversaria, ma ha preferito buttare la palla fuori: «Non me la sono sentita di andare avanti, non lo ritenevo giusto nei confronti della squadra avversaria. Certe cose dovrebbero essere insegnate sin da piccoli»
Pro Favara, Tummiolo e quel bel gesto di fair play «Un avversario a terra e non ho voluto segnare»
«Sullo 0-0 stavamo attaccando. Il nostro attaccante ha superato al limite dell’area il difensore centrale che si è fatto male. Io ho ricevuto la palla, ma ho capito subito che la caduta era stata abbastanza grave e non me la sono sentita di andare avanti per fare gol o farlo fare a un mio compagno, così l’ho buttata fuori». Ci sono gesti che meritano di essere sottolineati e una decina di giorni fa contro la Parmonval, Andrea Tummiolo della Pro Favara – squadra che milita nel campionato di Eccellenza – ne ha compiuto uno di questi, evitando di involarsi verso la rete con un avversario a terra. Il playmaker ha parlato a MeridioNews del motivo per il quale si è comportato in questo modo: «Non ritenevo giusto nei confronti della squadra avversaria continuare l’azione – spiega il centrocampista – e quindi mi sono fermato, nonostante i fischi ripetuti del mio pubblico. Ma in quel momento, onestamente, non mi interessava. Il pubblico diceva “intanto facciamo gol e poi si vede”, ma io ho voluto dare un’impronta diversa alla partita. Alla fine per fortuna abbiamo vinto ugualmente senza scorrettezze».
Un gesto sicuramente raro, che non si vede spesso sui campi da calcio dalla serie A fino alle categorie minori: «Secondo me – confessa Tummiolo – la pressione incide tanto. Io magari l’ho fatto perché ho 33 anni e non mi interessa ciò che dicono tifosi e dirigenti. A livelli più alti ci sono indubbiamente delle pressioni maggiori. Il risultato a tutti i costi, a volte, ti porta a fare gesti brutti come le simulazioni o altro. Quelle poche volte che capita fa notizia perché è una rarità. La personalità comunque è importante». Secondo il calciatore, certe cose dovrebbero essere insegnate sin da piccoli: «Manca l’etica già da ragazzini, anche in quelli che fanno la scuola calcio. Alcuni hanno un comportamento che è sbagliato – prosegue il giocatore gialloblu – e da grandi non può che diventare peggiore. Questo dovrebbe essere insegnato già a quell’età. Ma in Italia e soprattutto in Sicilia si ricerca esclusivamente il risultato anche a livello giovanile. Secondo me questo è totalmente sbagliato».
Tornando alle sorti della Pro Favara, la squadra è reduce dal 3-1 subito a Licata. Un risultato che Tummiolo non ha mandato giù: «Con il Licata – ammette il calciatore – è stata una gara squilibrata dove ha prevalso l’inadeguatezza dell’arbitro che secondo me non era in grado di arbitrare una partita del genere. L’episodio del rigore, una semplice spallata dopo pochi minuti, ne è una prova. Poi sull’1-1 ha concesso loro un calcio d’angolo inesistente sul quale hanno trovato il secondo gol. Siamo un po’ demoralizzati, abbiamo fatto una buona prestazione che però non ha fruttato punti». La classifica al momento vede la squadra gialloblu al quintultimo posto, ma il playmaker resta fiducioso: «L’obiettivo è quello di vincere la partita di domenica (contro il Mussomeli, ndr) che è la gara più importante. Certamente noi ci tireremo su perché la squadra è buona e perché non abbiamo raccolto finora quello che avremmo meritato. Ci sono dei periodi buoni e altri meno buoni, quindi aspettiamo tempi migliori, ma non siamo troppo preoccupati. Siamo tranquilli e consapevoli delle nostre potenzialità».
Recentemente la Pro Favara ha cambiato allenatore: via Balsamo, al suo posto è tornato mister Longo: «Non voglio entrare all’interno delle scelte societarie – afferma Tummiolo – anche perché sono molto legato a mister Balsamo. L’anno scorso ci ha salvati, io sono arrivato a dicembre quando avevamo otto punti. Con lui in panchina abbiamo fatto 32 punti, è un allenatore esperto e bravo. La società ha voluto cambiare e quelli sono discorsi loro. Mi trovo benissimo anche con Longo che ha molta esperienza». Il cambio in panchina è servito se non altro dal punto di vista delle motivazioni: «Abbiamo mantenuto il 4-3-3, io faccio il playmaker e per me non è cambiato nulla. Ciò che può essere cambiato è che magari ci sono degli stimoli nuovi in qualche giocatore che era un po’ sottotono. Quando si cambia allenatore, nessuno ha certezza del posto e quindi questo ha sicuramente dato una spinta in più». Infine, il giocatore ha voluto rivolgere un appello ai tifosi: «Noi di tifosi ne abbiamo veramente pochissimi e proprio per questo volevo dire a chi rimane a casa di essere più presenti perché abbiamo bisogno di loro e perché possiamo fare bene e divertirci».